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Nuovo attacco a Blair: «Nessun motivo per la guerra in Irak

Lo dice l'ex premier britannico John Major. È l'ennesima critica per la gestione britannica dell'attacco a Saddam

Non si esaurisce il fuoco di fila, postumo, ai danni di Tony Blair. Osannato quando era in carica il premier viene ora criticato per la decisione di attaccate l'Irak. L'ultimo intervento è quello dell'ex premier britannico conservatore John Major, secondo cui: non vi erano validi motivi nel 2003 per invadere l'Irak e rovesciare il regime di Saddam Hussein. L'inchiesta britannica della commissione Chilcot - secondo Major - sta dimostrando che l'obiettivo dell'invasione non erano le «inesistenti armi di distruzioni di massa di Saddam, ma rovesciare il regime. La motivazione che il raìs iracheno fosse «un uomo cattivo» era «insufficiente» per condurre una guerra e per rovesciare un regime, ha sottolineato Major, premier britannico dal 1990 al 1997. «Ci sono tanti uomini cattivi nel mondo che sono a capo di Paesi e noi non li rovesciamo», ha commentato in un'intervista alla radio della Bbc, in cui ha ricordato che «Saddam fu aiutato (dall'Occidente) quando combatteva contro l'Iran». Blair sarà chiamato a testimoniare davanti alla commissione d'inchiesta guidata da John Chilcot entro la fine di gennaio o i primi di febbraio, insieme agli ex ministri della Difesa e dell'Interno.

Il premier Gordon Brown, nel 2003 ministro delle Finanze, sarà sentito dopo le elezioni che si terranno entro giugno.

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