Cronaca locale

Nuovo rifugio per cani al Forlanini: box, ambulatori e un super-parco

Aprirà nel 2008, ospiterà gli animali oggi affidati a strutture private: 250 posti per Fido e cento per i gatti

Da lontano sembrano dei piccoli chalet con mattoni rossi e tetti spioventi in legno, intorno qualche albero e tanto verde. Ti avvicini, seguendo la strada sterrata, e scopri al centro la vecchia cascina ristrutturata e nelle casette intorno tanti box in cemento quanti saranno i futuri ospiti del nuovo Parco canile di Milano. Davvero un relais a cinque stelle per gli amici a quattro zampe che aprirà i battenti all’inizio del 2008 e dove troveranno ospitalità i tanti animali che oggi sono affidati ai canili privati convenzionati col Comune.
A dare il benvenuto c’è già Zeus, grosso e atletico meticcio, mascotte del cantiere, nonché primo collaudatore, molto poco ufficiale ma molto efficiente. Siamo nell’area del nuovo parco Forlanini, la cui realizzazione è già stata approvata e che prevede un’estensione del polmone verde fino ai confini con la zona urbana. Qui, a ridosso dell’uscita della tangenziale est, in mezzo a quella che è ancora aperta campagna, sorge il nuovo canile: «In Europa ci sono pochi altri esempi di parchi canili come questo», sostiene Gianluca Comazzi, Garante per la tutela degli animali del comune di Milano. A fare la differenza rispetto ai nuovi rifugi realizzati a Torino, Bologna e Roma, per cani e gatti abbandonati, è proprio lo spazio verde: a Milano sono ben 26 mila metri quadrati, su un totale di 37 mila, quelli destinati a prato. Qui, tra siepi di lauro ceraso, platani e betulle, gli ospiti potranno farsi qualche sana sgambata. «La vita in box è un po’ sacrificata - ci ha confessato Zeus - certo molto meglio del marciapiede, ma la nostra felicità è poter correre liberi anche solo una manciata di minuti». È una confessione, quella del meticcio mascotte, estorta a suon di lanci di legni, ma siamo certi, forti della nostra esperienza in fatto di interviste, di aver ben interpretato i suoi pensieri. Cuore pulsante del canile è la cascina ristrutturata nel rispetto del vecchio edificio che era una volta, cioè un mulino. «In origine erano sei - spiega Mario Memoli, progettista del parco - ma, dopo i lavori per la realizzazione della tangenziale, ne sono rimaste in piedi, si fa per dire, due: una siamo riusciti a recuperarla, mentre della seconda ne resta una piccola porzione e il Comune deve ancora decidere cosa farne, fondi permettendo».
Al piano terra da una parte ci saranno gli uffici amministrativi, lo sportello per l’adozione di un animale, e la centrale di controllo operativo del canile da cui, per esempio, può partire il comando per l’apertura dei rubinetti dell’acqua che riempiono tutte le ciotole. Dall’altra saranno allestiti gli ambulatori veterinari, la sala operatoria e una per la toelettatura, mentre al secondo piano ci saranno gli spazi per i volontari e una sala per le conferenze. Nelle intenzioni del Garante per tutela degli animali dovrà essere un luogo facilmente raggiungibile, aperto al pubblico anche il sabato e la domenica, di aggregazione per i volontari e di interesse per le scuole «per educare i più piccoli al rapporto con le quattro zampe». Gli obiettivi di Comazzi sono diversi: continuare sulla stessa strada che ha permesso quest’anno, almeno finora, di ridurre gli abbandoni del 25% rispetto all’anno scorso e di favorire il più possibile le adozioni. Dalla cascina partono i percorsi pedonali, sia per l’attività di servizio sia per i visitatori, che portano a diversi chalet, distanti l’uno dall’altro onde evitare che il guaito di un animale diventi il guaito di tutti. Il primo è quello riservato ai gatti, chiuso da grandi vetrate, riscaldato e suddiviso in stanze in grado di accoglierne 25, ciascuna con una piccola finestrella basculante che permette agli ospiti di farsi una passeggiata all’aperto. Qualche passo in quello che diventerà il giardino, i lavori di piantumazione dovrebbero partire a giorni, ed ecco la prima delle otto casette riservate ai cani, ciascuna divisa da un corridoio centrale e otto box per parte. Dovrebbe dare rifugio a una media 32 animali, dipende dalla taglia: a ogni coppia è riservato un box con un’ampia zona giorno e una più piccola, riscaldata, per la notte. Con pareti trattate con resine che facilitano la operazioni di lavaggio, sono attrezzate di attacchi per le canne d’acqua per la pulizia, di pavimenti in leggera pendenza e di canaline per la rapida raccolta dei rifiuti. È quasi tutto pronto, manca solo la finitura di alcuni dettagli e qui troveranno casa circa 100 gatti e 250 bastardini.

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