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Obama: "Crisi passata, ora la priorità al lavoro" E i sondaggi gli danno ragione: l'83% è con lui

Il primo discorso sullo stato dell'Unione: "Fuori dalla crisi investendo sul lavoro. Taglieremo il deficit dello Stato, cresciuto di mille miliardi". Sulla situazione politica: "Siamo forti a dispetto delle difficoltà" e ha insistito sulla riforma sanitaria. Sondaggi: l'83% approva le proposte di Obama

Obama: "Crisi passata, ora la priorità al lavoro" 
E i sondaggi gli danno ragione: l'83% è con lui

Washington - Sotto al Senato dopo la vittoria repubblicana in Massachusetts, con indici di gradimento che non arrivano al 50% e la disoccupazione ancora a livelli record, il presidente Barack Obama non getta la spugna. "Siamo forti a dispetto delle difficoltà". Nel discorso sullo stato dell'Unione, il primo a poco più di un anno dall'insediamento, Obama ha promesso di raddoppiare gli sforzi per ricostruire una nazione "messa alla prova" e per ridare il lavoro agli americani che l'hanno perso. In un discorso di 70 minuti, pronunciato più col cervello che col cuore e dedicato per due terzi all'economia (9 minuti soltanto dedicati agli affari internazionali), Obama si è impegnato personalmente, e ha chiesto al congresso altrettanto, a non abbandonare la riforma della sanità. Il presidente ha attaccato la Corte Suprema per la sentenza che ha aperto le dighe ai finanziamenti delle corporation alla politica e si è guadagnato un "non è vero" del giudice conservatore Samuel Alito. 

Contro le banche Obama, entrando a Capitol Hill ha abbracciato forte il suo ministro del tesoro Tim Geithner, stremato dopo una giornata di audizioni al Congresso sul salvataggio del colosso assicurativo Aig. "Se c'é una cosa che unisce democratici e repubblicani è che tutti odiano il salvataggio delle banche", ha detto il presidente: "Io l'ho odiato. Voi l'avete odiato. Ma è stato come la devitalizzazione di un dente".

La sanità Il presidente ha aspettato mezz'ora prima di affrontare il tema della sanità, la riforma su cui la sua intera agenda è entrata in crisi: "Quando avrò finito di parlare, altri americani avranno perso l'assicurazione, milioni la perderanno nel corso di quest'anno. Il nostro deficit crescerà, saliranno i costi della salute. I malati non riceveranno le cure di cui avranno bisogno. Sempre più piccole imprese continueranno a tagliare ai dipendenti la mutua. Ma io non abbandonerò questi americani e non dovete farlo neppure voi", ha detto, attirandosi applausi anche bipartisan: tra i repubblicani che hanno annuito c'erano il capo della minoranza al senato Mitch McCollins e la senatrice del Maine Olympia Snowe.

Contro la Corte Suprema E una polemica sull'attacco alla Corte Suprema, quando Obama ha messo in guardia dall'afflusso di fondi stranieri in politica grazie alla sentenza sui finanziamenti elettorali: "Non è vero", ha detto il giudice Alito, seduto in prima fila davanti al presidente. E' stata l'unica contestazione che ha evocato il "bugiardo" del deputato Joe Wilson un anno fa quando per la prima volta Obama aveva parlato di fronte alle Camere.

Fuori dalla crisi con il lavoro L'economia è tornata a crescere, i mercati finanziari si sono stabilizzati: "il peggio della tempesta è passato ma resta la devastazione", con 7 milioni di posti di lavoro persi nei due anni di recessione. Perciò, "l'occupazione è la priorità del 2010". Lo ha detto il presidente americano Barack Obama nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione fornendo una ricetta in quattro punti per il rilancio dell'economia: riforma finanziaria; innovazione, soprattutto nell'energia; più esportazioni (l'obiettivo è raddoppiarle in cinque anni così da sostenere 2 milioni di posti di lavoro); investimenti nell'educazione ("nel 21mo secolo uno dei migliori programmi anti-povertà è un'educazione di prima classe"). Ribadendo indirettamente il proprio appoggio a Ben Bernanke ("la conferma di una persona qualificata non può essere ostaggio di progetti personali e di rancori di alcuni senatori"), Obama ha constatato come nell'ultimo anno una cosa ha accomunato repubblicani e democratici: "l'odio per i salvataggi delle banche". Ma è stato fatto quanto necessario e "ora i mercati si sono stabilizzati. Ho proposto una tassa sulle maggiori banche: so che a Wall Street l'idea non piace, ma gli istituti che possono permettersi di distribuire di nuovo pesanti bonus, possono permettersi anche di pagare una modesta tassa" ha aggiunto Obama, invitando il Congresso ad agire per una "riforma finanziaria seria".

Allarme deficit La recessione - ha aggiunto - ha avuto ripercussioni pesanti anche sui conti pubblici americani, facendo esplodere il deficit sul quale è necessario intervenire al fine di evitare che "metta a rischio la ripresa". "All'inizio dello scorso decennio, l'America aveva un surplus di bilancio di oltre 200 miliardi di dollari. Prima che assumessi l'incarico avevamo un deficit di oltre 1.000 miliardi con prospettive di un aumento di 8mila miliardi nei dieci anni successivi. Gli effetti della recessione hanno portato a un buco di bilancio di 3mila miliardi. Se avessi assunto l'incarico in tempi normali avrei iniziato subito con azioni per far scendere il deficit. Ma sono arrivato con la crisi e i nostri sforzi per prevenire una Seconda Grande Depressione hanno aggiunto altri 1.000 miliardi di dollari al nostro debito. Sono assolutamente convinto che fosse la cosa giusta da fare - ha osservato -. Le famiglie americane stanno stringendo la cinghia e assumendo decisioni difficili. Il governo deve fare lo stesso: è per questo che propongo azioni mirate per ripagare i 1.000 miliardi che ci sono voluti per salvare l'economia lo scorso anno. A partire dal 2010 siamo pronti a congelare le spese discrezionali del governo.

Investiremo in quanto necessario e sacrificheremo quello che non lo è".

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