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Obama firma, finisce la guerra fredda

di Antonino Zichichi*

Nella nuova dottrina nucleare Usa annunciata ieri dal presidente Obama c’è un'importante novità: gli Stati Uniti non utilizzeranno armi atomiche contro un avversario che non le ha e che rispetta il trattato di non proliferazione. Saranno fuori dalle nuove regole gli Stati come Iran e Corea del Nord.
Il lettore potrebbe chiedersi come mai si è aspettato tanto per mettere in atto un principio di logica elementare: mai usare armi nucleari contro chi non ne ha. Il nodo sta nel come si fa a esserne sicuri. E se una potenza nucleare gliele passa sotto banco? La novità sta nella fiducia che finalmente oggi esiste tra Stati Uniti e Russia. Dopo mezzo secolo di guerra fredda possiamo dire che finalmente è chiuso questo capitolo della Storia, che portò il mondo sull'orlo del precipizio nucleare.
L'Unione Sovietica aveva ben 40mila bombe H da un megaton ciascuna (il che corrisponde a cento volte la potenza di quella che distrusse Hiroshima), ma negli incontri a porte chiuse di Erice i suoi massimi esponenti scientifici insistevano nel dire che il numero corretto era solo 20mila. Esattamente lo stesso numero che gli scienziati Usa davano per le loro bombe H (da un megaton l'una).
Ricordo una riunione infuocata nella quale il grande Teller (noto come padre della bomba H) portò le prove a sostegno delle 40mila testate in possesso dell'Urss. Non solo sul numero c'era totale mancanza di fiducia, ma anche sul dove erano queste bombe. In quante nazioni-satellite dell'Urss si trovavano le bombe?
In preparazione dell'incontro a Ginevra tra Reagan e Gorbaciov (nel 1985), fui invitato al Cremlino da Gorbaciov, che aveva preparato un messaggio agli scienziati di tutto il mondo in cui accettava la proposta del Manifesto di Erice, che poneva come condizione di assoluta priorità l'apertura di tutti i laboratori segreti; e il controllo reciproco Usa-Urss senza alcun preavviso. Sembrava incredibile che il capo della potenza nucleare con il doppio delle bombe H accettasse questa condizione. Gorbaciov lo dichiarò pubblicamente a Ginevra, e nelle trattative che seguirono sembrava che una vera speranza di pace si potesse trasformare in realtà. Poi la storia seguì un cammino diverso e, nonostante le apparenze, la fiducia tra le due superpotenze, con il colpo di stato contro Gorbaciov e il crollo dell'Urss, ripiombò nei meandri del mistero assoluto.
Si ritornò allo stesso clima della guerra fredda che aveva toccato l'apice negli anni Ottanta del secolo scorso. E infatti fu esattamente trent'anni fa, nella primavera del 1980, che Paul Dirac (autore dell'equazione che aprì gli orizzonti dell’antimateria) mi chiamò per dirmi che era necessario un forte impegno della Comunità Scientifica Internazionale affinché si tentasse di mettere un freno alla proliferazione delle armi nucleari la cui potenza aveva superato ogni limite dell'umana follia. Esempio la Bomba da 100 megaton (diecimila volte più potente di quella che distrusse Hiroshima) realizzata dall'Urss.
Solo a Erice - mi diceva Dirac - c'era un'Istituzione (il Centro di Cultura Scientifica «Ettore Majorana») che aveva alle spalle la prova effettiva di avere saputo far lavorare insieme, nel corso di ben due decenni, senza frontiere ideologiche, né politiche, né razziali, scienziati di tutte le Nazioni, impegnati alle frontiere della Scienza. Nacque così il Manifesto di Erice, che aveva come condizione prioritaria la fine del segreto scientifico-tecnologico; motivo: fintantoché esisteranno laboratori segreti non sarà possibile avere fiducia reciproca tra Stati. Il Manifesto di Erice nasce dal bisogno di porre fine ad un’epoca che dura dall’alba della civiltà. Nel corso di questi diecimila anni l’Umanità ha combattuto 15mila guerre e le armi sono sempre state distrutte per motivi bellici. Mai smantellate in tempi di pace. Il discorso di Obama apre una nuova era: quella in cui le armi vengono distrutte senza combattere, anzi per dare al mondo una pace duratura e per evitare che immense risorse continuino a essere bruciate nella corsa agli armamenti invece che per aiutare l’Umanità tutta a vivere al passo con il progresso scientifico e tecnologico che ha portato le Nazioni del G8 a una speranza di vita che si avvicina ai cento anni.
La novità del messaggio di Obama sta nella clausola che dimostra in termini concreti la vera fine della guerra fredda: i rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia sono finalmente improntati a un senso di reciproca fiducia. La guerra fredda è veramente finita. Il sogno dei diecimila scienziati di Erice diventa realtà.


* Già Presidente del Comitato Scientifico della Nato per il Disarmo Nucleare.

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