Guerra Libia

OBAMA: PRONTI A UN'AZIONE MILITARE GHEDDAFI E' OLTRAGGIOSO, SE NE VADA

Tre navi da guerra statunitensi sono davanti alla Libia. Trasportano elicotteri, munizioni e mezzi blindati. Stamattina nuovi raid aerei da parte di Gheddafi su Brega e Ajdabiya, in Cirenaica. Obama: "Bisogna agire velocemente". L'Italia approva le missioni in Tunisia e Cirenaica

OBAMA: PRONTI A UN'AZIONE MILITARE 
GHEDDAFI E' OLTRAGGIOSO, SE NE VADA

Tripoli - Il governo libico e la Lega Araba sono interessati al progetto di mediazione internazionale proposto dal presidente venezuelano Hugo Chavez per trovare una soluzione pacifica alla crisi politica in Libia: lo hanno reso noto fonti governative di Caracas.

Obama: "Valutiamo anche l'opzione militare" "Riguardo alla volontà di intervenire militarmente, ho dato istruzioni ai dipartimenti di Stato e della Difesa di esplorare l’intera gamma di opzioni". Così il presidente Barack Obama ha risposto a un giornalista che gli chiedeva se Washington sia pronta a un intervento armato in Libia. "C’è il rischio di uno stallo sanguinoso» tra le forze governative e i ribelli, ha detto Obama, «ma gli Usa hanno tutta la capacità di agire in maniera potenzialmente rapida se la situazione si deteriora". "Voglio prendere decisioni sulla base di quello che è meglio per il popolo libico, in consultazione con la comunità internazionale", ha affermato il presidente. 

"Gheddafi se ne deve andare" presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato di aver approvato l’impiego di velivoli dell’aeronautica Usa per evacuare parte dei cittadini egiziani fuggiti dalla Libia. "Il mondo intero continua a essere indignato per la violenza rivoltante contro il popolo libico" ha detto Obama durante una conferenza stampa alla Casa Bianca. "La violenza deve cessare. Muammar Gheddafi ha perso la legittimità a governare e deve andarsene", ha detto Obama al termine di un incontro con l’omologo messicano Felipe Calderón. "Ho approvato l’uso di aerei militari per portare i cittadini egiziani in Egitto" ha aggiunto il presidente. Obama ha aggiunto che Gheddafi "sarà ritenuto responsabile" delle violenze sui civili, e ha definito le sanzioni unilaterali contro la Libia approvate dagli Usa la settimana scorsa "senza precedenti" e ha detto che "stiamo rispondendo con urgenza" alla crisi umanitaria legata agli scontri. "Lodiamo i governi di Egitto e Tunisia per la loro risposta" alla crisi, ha detto il presidente Usa, annunciando A24-Riv  

Tre navi Usa vicine alla Libia Le tre navi da guerra statunitensi che ieri hanno attraversato il Canale di Suez sono ora a 50 miglia al largo della costa libica. Trasportano elicotteri, munizioni, mezzi da sbarco e mezzi blindati. Intanto si apprende che circa quattrocento marines americani sono arrivati nella base americana di Souda Bay, a Creta, pronti a imbarcarsi a bordo delle unità da guerra Uss Kearsage e Uss Ponce che incrociano nel Mediterraneo.

Bombardamenti a Brega Un aereo da guerra ha bombardato il terminal petrolifero di Brega, la città libica orientale dove ieri gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi. Lo riferiscono alcuni testimoni. Intanto gli insorti libici stanno rafforzando le proprie posizioni sulla costa orientale, in particolare a Brega e Adjabiya. Negli scontri sarebbe morto anche un cittadino britannico, Khaled Att-ardi, di Manchester, che era arrivato nella città della Cirenaica la scorsa settimana per portare aiuto ai propri familiari. I ribelli sono armati di lanciarazzi, cannoni anti-aerei e anti-carro e qualche carro armato. Nuovi raid aerei si registrano anche sulla città di Ajdabiya, in Cirenaica. Secondo la tv araba al-Jazeera i caccia libici stanno colpendo le basi dei ribelli presenti in città. Poco prima altri caccia avevano colpito la città di Brega e, in particolare, l’aeroporto locale teatro ieri di un lungo conflitto a fuoco. Le brigate di Gheddafi puntano a conquistare lo scalo che è considerato come testa di ponte per portare rifornimenti e uomini alle brigate che tentano di avanzare verso Bengasi.

L'opzione militare L'amministrazione Obama teme che anche solo l'attuazione di una no-fly zone sulla Libia richiederebbe un attacco militare contro il regime di Muammar Gheddafi. Il Pentagono sottolinea però che non vuole una guerra. Le dichiarazioni che il segretario della Difesa, Robert Gates, e il segretario di Stato, Hillary Clinton, hanno fatto ieri illustrano lo sforzo dell'amministrazione per cercare di portare avanti un discorso su un'opzione militare per obbligare Gheddafi a lasciare il potere. E' noto che senza un'offensiva militare guidata dagli Stati Uniti, l'opzione di un'azione internazionale per far cessare le violenze sembra altamente limitata nonostante i ribelli continuino la lotta contro le truppe ancora fedeli al regime di Gheddafi.

Inchiesta per crimini contro l'umanità Il Tribunale penale internazionale ha aperto ufficialmente un’inchiesta per crimini contro l’umanità in Libia. L'ha annunciato il procuratore generale del Tribunale, Jose Luis Moreno Ocampo, spiegando che sono nel mirino Gheddafi, i membri della sua famiglia e il suo entourage. "Abbiamo il mandato di fare giustizia ed è quello che faremo - ha detto in una conferenza stampa, citato dalla Bbc - Non ci sarà alcuna impunità". 

L'Europa congela i beni del raìs Da oggi è operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed è entrato immediatamente in vigore.

Saif minimizza Il figlio di Gheddafi Saif al Islam in un’intervista al quotidiano panarabo Asharq al-Awsat continua a ritenere i rivoltosi "un'infima minoranza". Afferma infatti che se in Libia si votasse oggi suo padre otterrebbe "l’80% dei consensi". Nell’intervista, Saif attacca anche duramente il neo-costituito Consiglio Nazionale formato a Bengasi, considerandolo "spazzatura" e aggiungendo: "La Libia non sarà divisa, frantumata...

la crisi attuale è transitoria".

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