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Le Olimpiadi non valgono nuovi scandali

Caro direttore, è stato fatto un gran clamore intorno alla richiesta di celebrare le Olimpiadi 2024 a Roma. Quello che mi rende perplesso è che ogni volta che in Italia si decide di organizzare qualcosa, prima durante e subito dopo è tutto un fiorire di scandali e ruberie che però alla fine finiscono nel nulla. Alla fine ci guadagnano solo i soliti noti e politici, che saranno già all'opera. Abbiamo l'esempio della Fiera di Milano con malversazioni e scandali, prima e dopo. Oppure i Campionati di nuoto a Roma, la «Nuvola» all'Eur di Roma, per non dire dello scandalo degli stadi ai Campionati di Calcio nel 1990. E questo tralasciando quello che è accaduto nel frattempo. Insomma, i soliti poteri si stanno preparando al periodico ladrocinio.

Patrizio Pesce

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Caro Patrizio, in linea di massima io sono favorevole ai grandi eventi, come alle grandi opere. Penso che i contemporanei abbiano il diritto, se non il dovere, di lasciare ai posteri un segno del proprio passaggio. Se i nostri avi si fossero fermati di fronte ai costi, ai rischi di corruzione o all'utilità sociale del loro fare, forse oggi non potremmo ammirare il Colosseo, la torre di Pisa, e perché no, San Pietro e il Duomo di Milano. Insomma l'Italia non sarebbe quella meraviglia che è con il suo patrimonio che oggi chiamiamo culturale ma che all'epoca qualcuno poteva definire un inutile spreco. Ammiriamo e invidiamo le opere ingegneristiche che nel mondo collegano isole a terraferma e poi ci incartiamo sulla reale necessità di fare il ponte di Messina. Le Olimpiadi sono state per decenni eventi unici, «grandi opere» che emozionavano il mondo e per questo liberavano energie e risorse altrimenti non disponibili. È che oggi non è più così. Non so quanti italiani sappiano che tra pochi giorni saranno inaugurate quelle di Rio in Brasile, ma penso siano pochi. Per questo non sento la necessità di riportarle in Italia.

Se dobbiamo correre il rischio di nuovi scandali, semmai puntiamo più in alto, che la fantasia a noi non manca.

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