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Omicidio di via Poma, altro biglietto di Vanacore "Noi distrutti senza colpe"

Trovato un altro foglio nascosto sotto uno dei biglietti lasciati dall’ex portiere dello stabile di via Poma prima di uccidersi: "Senza nessuna colpa ci hanno distrutti nel morale. Lo porteranno sulla coscienza"

Omicidio di via Poma, 
altro biglietto di Vanacore 
"Noi distrutti senza colpe"

Roma - "Senza nessuna colpa, né mia né della mia famiglia, ci hanno distrutti nel morale, nell’immagine e tutto il resto. Lo porteranno sulla coscienza". Queste le ultime parole scritte da Pietro Vanacore, in corsivo, su un foglio nascosto sotto uno dei biglietti, entrambi in stampatello, che l’ex portiere dello stabile di via Poma, nel quale fu uccisa Simonetta Cesaroni, aveva lasciato nella sua auto prima di uccidersi lo scorso 9 marzo a Torre Ovo di Torricella (in provincia di Taranto).

Le ultime parole di Vanacore Le ultime parole di Vanacore - finora inedite - sono state svelate dal settimanale tarantino Wemag in edicola oggi, che mostra anche una foto nella quale si intravede lo scritto di Vanacore. La lettera, scrive il periodico, era sfuggita ai pochi presenti prima che la vecchia Citroen Ax dell’ex portiere dello stabile di via Poma venisse rimossa. Finora si aveva notizia soltanto degli altri due scritti - di analogo tenore - recuperati dagli investigatori: "20 anni perseguitati senza nessuna colpa" e "20 anni di sofferenza e sospetti portano al suicidio".

Il pm: "Depistò le indagini" Vanacore fu il primo ad entrare nell’appartamento di via Poma dopo l’omicidio di Simonetta Cesaroni, il cui corpo era ancora lì. Così il pm Ilaria Calò nella quarta udienza per il delitto che vede come imputato l’ex della Cesaroni, Raniero Busco. "Entrò nella stanza per primo dove c’era il cadavere, fece due telefonate, non avvertì la polizia - ha detto il pm - tutto ciò spiega anche il comportamento anomalo della moglie cioé la riluttanza nel non dare le chiavi alla polizia, l’agitazione di Volponi che era stato informato da Vanacore, spiega le menzogne di Caracciolo anche lui informato. Queste persone dovranno chiarire in aula". Dopo aver fatto le telefonate, Vanacore non allerta la polizia, prende le chiavi di riserva degli uffici e va via, dimenticando però la sua agendina rossa scambiata poi dagli investigatori per quella della ragazza.

Le chiavi furono poi seguestrate in portineria.

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