Roma

Omicidio di Sabaudia: la villa passata al setaccio dal Racis

L’uomo era appena arrivato in Italia per essere processato Mistero su come abbia fatto a dileguarsi

Claudio Barnini

Un delitto di una violenza inaudita, un uomo solo contro tre banditi armati, quasi un’esecuzione. I carabinieri ancora non si pronunciano sul movente del brutale omicidio, ma certo non escludono nessuna pista. Ucciso quasi a bruciapelo soltanto per aver cercato di opporsi ad una rapina? In attesa dell’autopsia che sarà effettuata oggi sul corpo di Danilo Catani, il 52enne originario di Chianciano assassinato lunedì notte nella sua villetta a Bella Farnia davanti agli occhi della moglie, gli inquirenti sembrano sempre più intenzionati a seguire la pista dei balordi di origine romena o slava. È vero che al momento l’unica testimonianza resta quella di Anna Maria Massarelli, la moglie della vittima, che ancora ieri, sia pure in stato di choc, ha confermato che i malviventi parlavano in lingua italiana correttamente. Ma ci sono ancora dubbi che lasciano aperta la pista degli extracomunitari.
I carabinieri del Racis, gli specialisti dell’Arma, sono stati a più riprese nella villetta di via della Gardenie per raccogliere ogni indizio utile. Oltre alle tante macchie di sangue presenti all’interno (dalla scala che sale al primo piano al soggiorno), gli specialisti hanno «vivisezionato» l’abitazione cercando di non trascurare ogni dettaglio sulla scena del crimine: impronte di scarpe, ciocche di capelli, e quant’altro. Anche l’esterno della villa è stato battuto con attenzione. Con loro erano presenti il sostituto procuratore Giancarlo Ciani e il procuratore aggiunto Francesco Lazzaro, mentre il perito balistico Martino Farneti, uno tra i massimi esperti in materia (tra gli altri casi si è occupato del delitto di Marta Russo), ha effettuato un accurato sopralluogo per ridisegnare la traiettoria dei colpi che, è stato definitivamente accertato, sono stati in tutto sette, di cui uno mortale.
Ricostruita anche più dettagliatamente la scena del delitto. I coniugi Catani lunedì sera avevano trascorso la serata cenando insieme e guardando la tv in salotto. Poco prima delle 23 Danilo decide di andare su in camera e la moglie lo tranquillizza: «Vai, finisco di vedere il film e ti raggiungo». Sta seguendo Se scappi, ti sposo, con Richard Gere e Julia Roberts e non vuole perdersi il finale. Una decisione fatale. Dalla portafinestra della cucina lasciata parzialmente aperta e senza allarme (i coniugi hanno infatti diversi gatti che accudiscono con affetto e per questo lasciano loro aperto il passaggio con la casa) entrano all’improvviso tre malviventi. La donna è presa di sorpresa. Se ne trova uno davanti che le mette una mano sulla bocca e le intima di stare ferma, puntandole un coltello alla gola. Lei però urla il nome del marito e l’uomo, che non si è ancora addormentato, si catapulta giù dal letto così come si trova, nudo. L’uomo scende le scale proprio mentre due dei rapinatori stanno salendo su, nasce una prima colluttazione (ci sono tracce di sangue sui gradini a testimoniarlo) che prosegue nel soggiorno. Qui Danilo Catani grida agli uomini di lasciare sua moglie e trova uno spadino sul tavolo che impugna con fare minaccioso. Ma non fa in tempo ad usarlo: i malviventi lo immobilizzano e sparano, una, due, sette volte. Solo quando il 52enne finisce in terra colpito e in una pozza di sangue i tre rapinatori fuggono da dove erano entrati lasciando in stato di choc la moglie della vittima. Sarà proprio lei a chiamare per prima i soccorsi, quando ancora non aveva capito che il marito era morto.

«Correte, presto, ci hanno rapinato».

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