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Openjobmetis pensa all'occupazione nelle banche del futuro

Rasizza: «Il fattore umano resterà centrale Servono nuove figure e più talenti digitali»

La ricerca «Le banche del futuro», elaborata da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Openjobmetis, ha evidenziato che metà del campione di 250 maggiori aziende Fintech a livello globale si occupa di servizi di incasso e pagamento e di processi bancari. Se a questo si aggiunge che le Big Tech (come Google, Amazon, Facebook e Apple) sono già entrate nei servizi finanziari, non solo nell'area dei pagamenti ma anche del finanziamento del capitale circolante delle aziende presenti nei loro marketplace, si comprende la necessità di un nuovo modello di business per gli istituti finanziari tradizionali.

Ecco perché la stessa ricerca si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte tanto ai legislatori quanto al top management degli istituti di credito. Tra queste la centralità della trasformazione digitale e della valorizzazione dei dati, elaborando un proprio modello di collaborazione con gli altri operatori del settore. Analogamente importante sarà puntare sui modelli di Open Innovation in modo tale da creare le condizioni perché nuove iniziative imprenditoriali possano sperimentare tecnologie e servizi di ultima generazione. «Parlare della banca del futuro significa innanzitutto interrogarsi sulle modalità di come soddisfare al meglio le necessità dei clienti, in un contesto sempre più dinamico e dominato dalle nuove tecnologie, dalla mobilità, dalla specializzazione delle funzioni e infine dalla fluidità dei rapporti di lavoro», ha sottolineato l'amministratore delegato di Openjobmetis, Rosario Rasizza, evidenziando come «dalla ricerca emerga molto chiaramente che flessibilità, velocità e semplicità sono le caratteristiche determinanti che spingono a preferire un istituto bancario rispetto ad un altro».

Il cliente delle banche, prosegue, «ricerca ancora il rapporto umano, per quanto strano possa sembrare in un mondo ad alto livello di digitalizzazione e di social network, ed è perciò fondamentale che il gestore di filiale sia in grado di mantenere un dialogo professionale efficace, nel rispetto dei costi di gestione». Non a caso una delle dieci raccomandazioni dell'analisi è proprio quella che suggerisce alle banche di puntare a diventare il luogo di lavoro «più desiderato» per le professionalità di maggior valore per la trasformazione digitale e la data-driven economy, anche per essere definitivamente riconosciute dal mercato come provider di capitale intellettuale e non solo di capitale finanziario.

«Alle banche del futuro - osserva Rasizza - serviranno quindi molte nuove figure professionali, quelle capaci di coniugare le nuove competenze associate all'evoluzione del settore come data skill, management skill e human skill». A queste dovranno poi aggiungersi professionisti del digitale «per la gestione degli aspetti tecnologici» e, soprattutto, personale «con competenze bancarie, capace di dialogare collaborare con clienti e colleghi». Non è un caso, rimarca l'ad di Openjobmetis, che alcuni analisti vedano le banche del futuro «come punti di ritrovo e intrattenimento con servizi finanziari collegati, un po' come andare al bar mentre si svolgono le transazioni».

Le banche «devono quindi lavorare per rafforzare l'attrattività verso i cosiddetti talenti digital, soprattutto delle generazioni dei Millennial nati tra il 1981 e il 1996 e cresciuti in un contesto completamente diverso rispetto alle generazioni precedenti», rileva Rasizza precisando che «se necessario, occorre ripensare il patto di lavoro, per essere più flessibili e incentivanti e diffondere la cultura dell'aggiornamento permanente, come leva di professionalizzazione individuale». Non a caso la ricerca «Le banche del futuro» afferma come prioritario l'aggiornamento permanente delle persone lungo l'intero ciclo della vita lavorativa così da accrescere la possibilità di avere un impiego di qualità. Analogamente, bisogna assicurare un adeguato sostegno finanziario sia all'aggiornamento delle professionalità sia alle politiche di adeguamento del personale, rafforzando le politiche attive del lavoro.

«Ecco perché abbiamo scelto di prendere parte alla ricerca: ogni giorno il nostro impegno è proprio quello di favorire l'occupazione, incentivarla, comprendere ed analizzare quali strade percorrere per ridurre il mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro», puntualizza Rasizza ricordando che questo compito viene svolto «non solo con Openjobmetis, agenzia per il lavoro, ma anche attraverso le controllate: con Seltis ricerchiamo e selezioniamo profili middle-top management, con Corium ci occupiamo proprio di riqualificare i talenti e di outplacement, mentre con la nostra educational company HC sviluppiamo percorsi di coaching e formazione e infine attraverso il nostro headhunting digitale Meritocracy svolgiamo attività di employer branding».

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