Cronaca locale

Operata per una cisti al rene, muore in ospedale

È entrata in sala operatoria per una banale cisti renale. Un’operazione di routine, più semplice dell’appendicite, che si esegue in anestesia totale ma senza nemmeno tagliare con il bisturi. Tuttavia qualcosa è andato storto. La donna, M.C., 49 anni, è morta poco dopo l’intervento. È accaduto mercoledì alla clinica Santa Maria di Castellanza.
La paziente, madre di due figli di 13 e 18 anni e originaria di Olgiate Olona, non era mai entrata in sala operatoria in vita sua e il suo quadro clinico era più che sano. Nessuno dei parenti era preoccupato per il piccolo intervento: una robetta da venti minuti, nulla di serio, che consiste nell’aspirazione della cisti e nell’inserimento di un liquido sclerotizzante per far riassorbire i residui all’interno dei reni. Tanto che, alla fine dell’operazione, l’urologo era uscito dalla sala ed aveva annunciato alla famiglia della paziente, in attesa in corridoio, che tutto era andato bene, che la donna era già sveglia e collaborativa. Ma poco dopo la situazione è precipitata. La paziente è stata accompagnata nelle sua stanza dopo le 13 e nel pomeriggio ha cominciato ad accusare problemi respiratori. Intorno alle 18 ha avuto una crisi cardio circolatoria che l’ha portata alla morte. «È un evento eccezionale - commentano i medici -, siamo di fronte a un caso atipico. Tutto è andato come doveva andare e non c'è stata nessuna complicanza in sala operatoria».
La sorella della vittima, sconvolta dal dolore, ha subito denunciato l’accaduto ai carabinieri. La Procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo. Sulla tragica vicenda sta ora indagando il procuratore Roberta Colangelo. Alcune persone risultano indagate e l’autopsia sul corpo della donna è stata fissata per oggi. Sotto sequestro la cartella clinica, da cui si spera di ricavare qualche informazione utile per accertare le cause della morte. Alla clinica Santa Maria i medici e la direzoine sanitaria assicurano la massima collaborazione con gli inquirenti e si rendono disponibili per qualsiasi chiarimento. Tuttavia, dopo una riunione dello staff, dei medici, degli infermieri e degli assistenti di sala, non risultano anomalie e l’operazione non è risultata né più né meno che una delle tante che si effettuano nel reparto di urologia. Verrà comunque steso, coma da prassi, un rapporto.
L’avvocato a cui si è affidata la famiglia della vittima, Fausto Moscatelli, tiene a precisare che i parenti, seppur devastati dal dolore inaspettato, «non hanno intenzione di gettare la croce sulle spalle di nessuno. Vogliono solo capire cosa è successo e come mai la situazione è degenerata». Quello che stupisce il legale è «l’anormalità dell’esito rispetto alle premesse. L’intervento non era affatto pericoloso. Serve un approfondimento per capire se si è trattato di un evento fortuito o se dietro alla morte della donna c’è un errore medico o di valutazione del quadro clinico. Magari è stato sottovalutato qualcosa.

Per ora lasciamo le indagini nelle mani della procura».

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