Economia

Ora Monti attacca i politici: "Non imbrattino l'Europa con le loro dichiarazioni"

Lunedì la manovra in Cdm (video). Monti: "Misure disegnate in modo da ridurre il disavanzo già nel breve termine". E sulle Borsa: "Non vanno prese come divinità"

Ora Monti attacca i politici: "Non imbrattino l'Europa con le loro dichiarazioni"

Non entra nel merito. Ma assicura che lunedì prossimo arriverà la manovra in Consiglio dei ministri. Al termine dell'Ecofin, il neo premier Mario Monti assicura che le misure che il parlamento approverà per contrastare la crisi economica saranno orientate a "rigore, crescita ed equità". Durante gli incontri europei, tuttavia, il presidente del Consiglio avrebbe, comunque, dato "un grado di dettagli inferiore a quelli dati in Italia nelle presentazioni in parlamento" sulle riforme strutturali. Il Professore ha, quindi, esortato i colleghi dell'Eurogruppo ad avere un linguaggio franco e aperto: "L'Europa non ha bisogno di essere imbrattata sul piano della comunicazione da politici nazionali che trovano comodo dare la responsabilità ad altri".

Al termine dell'Ecofin Monti ha ribadito che il governo italiano intende "introdurre" già nei provvedimenti di lunedì "riforme strutturali" e ha spiegato che l’obiettivo è "la riduzione del disavanzo pubblico". "Le ulteriori misure strutturali del governo saranno disegnate in modo da avere effetti di riduzione del disavanzo già nel breve termine - ha continuato l'economista - in modo da essere sicuri anche in caso di peggioramento del ciclo sia assicurato l’obiettivo del pareggio bilancio". Per il momento le misure e le riforme che saranno attuate dal governo non sono chiare, ma Monti ha assicurato, durante la conferenza stampa, che "ciò che facciamo per gli impegni con l’Europa lo facciamo perchè è nell’interesse nazionale, nell’interesse dei giovani, degli italiani che non sono ancora nati". E sulle polemiche legate ai ritardi del nuovo governo, il premier si è vantato di "un record di velocità non di lentezza: non è che se uno si taglia i capelli vuol dire che è in ritardo...".

La cancelliera Angela Merkel, nonostante il continuo calo di consensi, va avanti per la sua strada e non cambia idea nell'osteggiare gli eurobond per far fronte alla crisi economica. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, invece, vorrebbe forzare la mano e metterli in cantiere quanto prima. Il governo italiano sembra, invece, cerca una mediazione. Già l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti aveva a più riprese insistito sulla necessità di percorrere la strada degli eurobondo. Adesso anche il neo premier Mario Monti invita la cancelliera (senza farne il nome) a trattare la materia "con mente aperta". Se durante il vertice trilaterale non si era trovato un accordo, tanto che l'Eliseo aveva parlato di un Sarkozy innervosito dall'atteggiamento di totale chiusura della Merkel, Monti ci riprova nel corso del dibattito pubblico dell’Ecofin durante il quale, però, insieme alla cancelliera tedesca sono statinumerosi i paesi che hanno espresso le proprie perplessità sugli eurobond. "Voglio sottolineare quanto noi siamo favorevoli a tutto quello che serve per migliorare la credibilità nell’ambito della disciplina di bilancio", ha detto il premier italiano sottolineando come "le due proposte della Commissione europea (su eurobond e sorveglianza, ndr) si muovono in questa direzione". Monti ha, quindi, spiegato che bisogna "evidenziare gli elementi positivi del six pack per evitare di dare al mercato l’impressione di un nuovo processo di rafforzamento" dal momento che "il rafforzamento c’è già nel six pack".

Ad ogni modo Monti ha spiegato che il governo agirà per "vedere l’Italia in modo più possibile incisivo nel dibattito in sede Ue".Secondo il presidente del Conisglio, è infatti importante "stare accanto a Germania e Francia, essendo la terza economia nella zona euro", ma "lo vogliamo fare mantenendo il più fecondo rapporto possibile con l’Ue, con il metodo comunitario". Da qui l'avvertimento di monti: "L’Europa può fare errori e se lo farà lo faremo presente. Deve curare gli interessi di lungo periodo dei singoli stati membri". Lo snodo dell’8-9 dicembre sarà, quindi, fondamentale. Ciò che verrà deciso o non deciso avrà fortissime ripercussioni sui mercati.

"Non ho mai demonizzato i mercati, anche se non vanno presi come divinità - ha concluso Monti - rappresentano la percezione collettiva su quello che fanno i singoli Paesi".

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