Cultura e Spettacoli

ORARI RAI: PROMESSA DA MANTENERE

Pare proprio - è notizia di questi ultimi giorni - che dall’11 dicembre le trasmissioni di prima serata della Rai inizieranno non oltre le 21.10, e quelle di seconda dovranno cominciare poco dopo le 23, senza slittare come oggi succede alla soglia della mezzanotte. Finalmente una bella novità televisiva, cui va aggiunta la dichiarata volontà espressa dalla direzione generale del servizio pubblico di dare impulso a una televisione di maggiore qualità che preveda il giusto spazio per la musica, il teatro e le attività generalmente definite come «culturali». Incassata con soddisfazione questa dichiarazione di intenti, che si spera proprio non debba cadere nel vuoto, verrebbe ora da chiedersi come mai ci si arrivi così tardi, dal momento che ci era stato sempre raccontato che il dilungarsi degli orari dipendeva dalla necessità di ammortizzare i costi di trasmissioni economicamente sempre più impegnative, oltreché dall'impossibilità di reggere la concorrenza delle reti commerciali senza l'artificio di sforare sull'orario per ottenere uno share quanto possibile migliore. Un giorno o l'altro ce lo spiegheranno, intanto mettiamo in cascina la bella notizia e aspettiamo di vedere se Mediaset si adeguerà a questa svolta oraria o se il «disarmo» resterà unilaterale. Del resto uno dei motivi per cui Rai e Mediaset hanno visto ultimamente erodere il loro bacino di audience a favore della tivù satellitare è stato, oltre all'offerta diversificata dei programmi, anche la certezza del loro orario di inizio e la loro ragionevole brevità. I programmi di Sky, si tratti di documentari o di fiction o di serie televisive o di reality o di dibattiti giornalistici, durano in media un'ora, la dimensione giusta per apprezzare le cose belle senza stancarsi e per sopportare meglio quelle mal riuscite. Non è un caso che i rimpianti «varietà di una volta» durassero un'ora, così come le migliori inchieste (e in America, anche oggi, il più apprezzato programma giornalistico si chiama, non a caso, 60 minutes). L'altra sera, sul canale Leonardo del gruppo Sitcom, è andata in onda ad esempio una Serata d'onore dedicata a Rossella Falk intervistata da Giancarlo Dotto (martedì, ore 21,30). È durata 55 minuti, lo spazio perfetto per apprezzare la pertinenza delle domande e la sincera freschezza delle risposte di una straordinaria ottantenne che ci ha raccontato con sobria disinvoltura la carriera, gli amori, i suoi gusti e disgusti, con pennellate che fotografavano cinquant'anni e oltre della nostra storia teatrale.

Qualche minuto di meno della durata stabilita ci avrebbe lasciato la sensazione di un ritratto incompiuto, qualcuno di più avrebbe rischiato di ricordarci la tendenza a sbrodolare della tivù generalista.

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