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Ospedali, è allarme virus: ogni anno 7.500 vittime Più degli incidenti stradali

Le infezioni ospedaliere fanno più vittime degli incidenti stradali. Più di 600mila i casi, ogni anno muoiono 7.500 persone: l'8% dei ricoverati viene contagiato da un virus. Lo dicono i dati della società italiana di malattie infettive e tropicali

Ospedali, è allarme virus: 
ogni anno 7.500 vittime  
Più degli incidenti stradali

Roma - Quando si entra in un reparto di ospedale bisogna sperare di uscirne incolumi. Perché il rischio di contrarre infezioni non è da sottovalutare. Anzi, secondo le rivelazioni del congresso annuale della società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), fino all'8% di chi entra in un reparto ne esce con un virus o un batterio, che uccide ogni anno 7.500 persone. "Questo numero è costante negli ultimi anni - spiega Giuseppe Ippolito, presidente del congresso e direttore scientifico dell’istituto malattie infettive Spallanzani di Roma -, ma potrebbe essere ridotto del 30% con un piccolo investimento, ma purtroppo le infezioni ospedaliere fanno più vittime degli incidenti stradali". Secondo le cifre presentate in Italia si stima che il 5-8% di tutti i pazienti afferenti alle strutture sanitarie sviluppino una Ipa (infezioni associate alle patologie assistenziali) pari a 450mila-700mila casi con 4.500-7.500 decessi direttamente attribuibili e circa 3 milioni 750mila giornate di degenza per le complicanze infettive acquisite a seguito del ricovero.

Soggetti a rischio "Le conseguenze delle infezioni Ipa sono le polmoniti nosocomiali e le patologie multirestistenti - ha detto Evangelista Sagnelli, presidente della Simit -  perché molti dei germi che si acquisiscono in ospedale hanno una grande resistenza e diventano pericolosi". i soggetti più a rischio sono gli anziani in degenza nei reparti di rianimazione e proprio in questi spazi sono necessarie procedure di decontaminazione per elimare ogni tipo di pericolo.

Rimedi A finire sul banco degli imputati sono i medici e le vetuste strutture di degenza sparse sul territorio nazionale. "I medici si lavano le mani solo nel 20% dei casi in cui dovrebbero - spiega Ippolito - e questo è un veicolo importante per i batteri. Poi servirebbe del personale specializzato in grado di gestire e coordinare all’interno dell’ospedale il problema di queste infezioni. Un infermiere ogni 250-300 pazienti e un medico ad hoc ogni 400 pazienti".

Altri rimedi per cercare di ovviare alle infezioni sarebbero, scondo gli esperti, l'eliminazione dei cateteri, l’uso massiccio di antibiotici, la monosomministrazione, la depilazione pre-operatoria.

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