Politica

Gli ospedali calabresi? Piccoli, inefficienti e litigiosi

Sulla macabra ballata dei costosi ed inefficienti ospedali calabresi - che ha portato la regione ad accumulare un pauroso deficit nella spesa sanitaria (1 miliardo e 700 milioni di euro, con un disavanzo annuale di 350 milioni di euro: il 10% dell' intero fondo sanitario) - si sta giocando una partita politica delicata e complessa. Qualche giorno fa, su alcuni pullman, organizzati da sindaci del centro-sinistra, sono piombate a Cosenza 60 persone, che hanno urlato slogan e, con intenzioni bellicose, si sono avvicinate al governatore, Peppe Scopelliti (Pdl), che ha ereditato dal predecessore, Agazio Loiero (Pd), una situazione disastrosa. I contestatori venivano da Cariati, un centro sulla costa jonica, il cui ospedale - se si può definire tale una struttura che comprende solo 60 posti letto per gli ammalati e 20 per la riabilitazione - è tra i 21 nosocomi al di sotto dello standard di sicurezza, cioè con meno di 150 posti-letto e dove, ogni anno, nascono meno di 500 bimbi. A sollecitare la soppressione, o l' unificazione, di questi mini-ospedali, oltre al ministro Tremonti - che ha inviato la Finanza per controllare i conti - è stata l' Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ( Agenas). Determinato a sfidare le agguerrite lobby del settore e a presentare, tra una settimana, il piano di rientro dal deficit, Scopelliti chiede: «Quanto ci costano ogni anno le ristrutturazioni del piccolo ospedale di Cariati, chi sono i fornitori di quella struttura, quale business si intende continuare ?».
Il governatore è consapevole che lo attendono altri ostacoli e difficoltà, ma intende procedere con fermezza per eliminare le tante distorsioni della spesa sanitaria, laddove hanno fallito i suoi predecessori, Chiaravalloti e Loiero. Considerando i 2 milioni di calabresi, nel 2009 si sono registrati circa 450 mila ricoveri, di cui il 15% in strutture di altre regioni, in media 225 ogni mille abitanti. L' obiettivo del piano di rientro è portare i ricoveri alla media nazionale, cioè al massimo 170 ricoveri ogni mille abitanti, con un taglio di oltre 100 mila prestazioni, con l' intento di arrivare a 300 mila in Calabria, a cui vanno aggiunti i circa 68 mila ricoveri fuori regione. Inoltre, ci sono le somme sborsate per le medicine: a Bolzano si spendono in media 149 euro per paziente, in Calabria il doppio.
Ma i settori meno responsabili dell' opposizione soffiano sul fuoco, mobilitano le truppe e comprano i fischietti. Sono spuntati movimenti e comitati di protesta. A Trebisacce (solo 61 posti letto!), alcuni "rivoltosi" organizzeranno le barricate. A Lungro minacciano, addirittura, di ricorrere alla Corte europea per difendere i diritti delle minoranze linguistiche. Ma Scopelliti e i suoi collaboratori intendono mantenere l' impegno di rinnovare la Calabria, cominciando dalla sanità, e non si fanno intimidire neppure dai 4 proiettili recapitati nell' ultimo mese al presidente. Qualche giorno fa il capo e i membri della giunta si sono presentati davanti ai giornalisti, con magliette recanti la scritta: «Nessun proiettile fermerà il cambiamento!». Nel 2005 un medico e consigliere regionale della Margherita, Franco Fortugno, è stato ucciso, a Locri : un delitto della 'ndrangheta, che controllava il locale ospedale.

Dopo le sferzate di Brunetta e Tremonti alla Calabria e a Napoli, i nuovi amministratori, sulla sanità e sugli altri complessi nodi, devono dimostrare oculatezza nella gestione e che non dilapideranno, come è successo in passato, i 100 miliardi di euro per il Mezzogiorno, annunciati dal ministro Fitto.

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