Roma

Ostia: palazzo a rischio, via allo sgombero

Ostia: palazzo a rischio, via allo sgombero

Nessun braccio di ferro. Gli inquilini dello stabile di via Fasan a Ostia hanno deciso infatti di lasciare le loro abitazioni nel palazzo a rischio stabilità. Ma non andranno in un residence sull’Ardeatina a Roma, bensì in due strutture vicine alle loro case, a spese del Comune di Roma. Questo il frutto dell’incontro avvenuto ieri mattina tra il vicesindaco della capitale Mauro Cutrufo, l’assessore alla Casa Alfredo Antoniozzi, il presidente del XIII municipio Giacomo Vizzani e una delegazione delle 15 famiglie interessate allo sgombero. «Abbiamo raggiunto un accordo con i coinquilini che si allontaneranno dalle loro abitazioni già da oggi (ieri, ndr), come previsto dall’ordinanza di sgombero firmata dal sindaco Alemanno», ha detto Cutrufo, che ha anche promesso di dare tempi certi per il rientro delle famiglie. «Ci tengo a precisare che il rientro non sarà immediato», ha spiegato ancora il vicesindaco capitolino, ma il ritorno nelle loro case «è certo, su questa cosa non ci sono dubbi».
Ieri pomeriggio alle 15 intanto c’è già stata una prima verifica «a vista» dello stabile al civico 15 di via Fasan da parte della Commissione stabili pericolanti, un organismo composto da esperti e tecnici. Al termine del sopralluogo è stata presentata una relazione al presidente del XIII municipio. «Si è avuto modo di rilevare - ha affermato Vizzani - in questo primo sondaggio ’a vista’, che non sussistono pericoli di collassamento dell’immobile in oggetto ma che lo stesso ha bisogno di urgenti interventi di puntellamento che saranno effettuati a partire da lunedì prossimo. Dalla prossima settimana infatti, partiranno i rilievi con idonee attrezzature per l’ulteriore verifica preventivata. Gli interventi andranno avanti per l’intera settimana e riguarderanno, in via precauzionale, anche gli altri edifici adiacenti il civico 15 della stessa via». Nel frattempo gli inquilini, con il sostegno materiale degli uomini della Protezione civile comunale diretti da Aldo Aldi, lasciavano le abitazioni.
Nei prossimi giorni, se sarà necessario, si procederà ad ulteriori controlli «strumentali». Al termine di questi, ha spiegato l’assessore Antoniozzi, «faremo il punto: se non c’è pericolo di crollo le famiglie rientreranno e procederemo ai lavori di puntellamento e messa in sicurezza. Se invece la Commissione dovesse dovesse stabilire che esiste un pericolo effettivo, si aprirà una fase diversa». Cioè si presenterebbe la necessità di spostare i nuclei familiari in una struttura diversa dall’albergo, ma questa ipoesi sarà valutata sempre d’intesa con i diretti interessati. Inoltre, se le verifiche dovessero constatare delle responsabilità da parte della proprietà, l’assessore capitolino ha garantito che si aprirà una contenzioso. «Già oggi – ha detto Antoniozzi - c’è un giudizio pendente per la mancata manutenzione straordinaria», e se verrà confermato il rischio di crollo, «allora verificheremo tutta la stecca di immobili composta in totale da cinque palazzine».
I residenti, che l’altro ieri si erano rifiutati di abbandonare le abitazioni disattendendo all’ordinanza comunale di sgombero, hanno visto comunque decadere la denuncia nei loro confronti per non aver rispettato l’ordine. Non solo: il presidente del XIII municipio Vizzani ha garantito loro che non ci saranno problemi di sicurezza per le case lasciate libere in quanto sarà «presente un presidio armato davanti lo stabile per evitare eventuali occupazioni».


La Commissione stabili pericolanti si insedierà subito dopo l’effettivo sgombero dei nuclei abitativi della palazzina Armellini e comincerà subito dopo le verifiche attraverso il lavoro di vigili del fuoco, tecnici del Dipartimento dei lavori pubblici, del Genio civile e professionisti come ingegneri, architetti e geometri.

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