Politica

Il pacco dono leghista, le dimissioni di Fini: "Non è più imparziale"

Il Carroccio vuole discutere in aula del ruolo di garanzia del presidente della Camera. Fli e l’opposizione insorgono

Roma Un dibattito nell’Aula della Camera per capire se Gianfranco Fini è ancora adatto a presiedere l’Aula della Camera. Il problema non è nuovo, ma ieri la Lega Nord l’ha sollevato ufficialmente con una lettera all’ufficio di presidenza di Montecitorio, ai capigruppo e allo stesso Fini nella quale si chiede di calendarizzare un dibattito sul ruolo del presidente. L’intenzione non è quella di obbligare il leader di Futuro e libertà a rinunciare alla carica. «Le dimissioni - ha spiegato il capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni - stanno nella coscienza di ognuno, ma è necessario che almeno il Parlamento possa esprimersi».
Il giudizio del Carroccio su questi primi mesi di doppio ruolo da leader politico e presidente della Camera è totalmente negativo. «Ha tenuto comportamenti criticabili, come il tentativo di convincere deputati eletti nelle liste della maggioranza ad appoggiare le mozioni di sfiducia, ha invitato il presidente del Consiglio a dimettersi prima del voto di sfiducia. Manovre lesive della dignità del Parlamento». Insomma, sono «prassi» che «rischiano di costituire pericolosi precedenti incompatibili con il ruolo del Presidente dell’assemblea».
Del tema, se ne dovrebbe occupare la «capigruppo» - cioè il vertice di tutti i presidenti dei gruppi parlamentari - subito dopo le feste, forse l’11 gennaio. Almeno questa è la richiesta della Lega, che ha già raccolto l’appoggio del Pdl e il no delle opposizioni. «Opportuna e positiva», secondo il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. «C’è un problema evidente a tutti che è costituito dal ruolo di presidente della Camera che per definizione è al di sopra delle parti. È una questione che affronteremo nella conferenza dei capigruppo», ha annunciato il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto.
La richiesta leghista diventa «irricevibile sul piano politico», se il punto di vista è quello Fli. Il capogruppo Carmelo Briguglio mette sulla bilancia la richiesta della Lega e la sfiducia al ministro della Semplificazione: «Il nostro gesto di fair play nei confronti di Calderoli viene ricambiato dalla Lega con la richiesta di dimissioni». Una «letterina a Babbo Natale di chi non conosce le regole delle istituzioni», a detta di Adolfo Urso, forse l’esponente di Fli più vicino a Fini. «Evidentemente» la Lega «vuole sollevare una cortina fumogena per nascondere quello che è accaduto ieri ed oggi nelle Aule parlamentari». E il riferimento è anche alla «fuga» di Rosi Mauro di martedì al Senato durante la votazione degli emendamenti alla riforma dell’Università.
A fare quadrato su Fini è anche il Pd e l’Udc. La richiesta della Lega, secondo il vice presidente dei deputati Udc Gian Luca Galletti, «per noi è irrituale e irricevibile perché Fini come presidente della Camera ha sempre rispettato il regolamento e le prerogative di maggioranza e opposizione». Per il presidente del partito e vicepresidente della Camera Rocco Buttiglione: «Stiamo vivendo un momento molto delicato della politica nazionale. Occorre da parte di tutti un grande senso di responsabilità. Noi lo stiamo esercitando, e chiediamo che lo eserciti anche la Lega».

Un modo per dire che l’appoggio dei centristi al governo è condizionato anche dall’atteggiamento della maggioranza nei confronti di Fini.

Commenti