Cronaca locale

Via Padova, altra violenza Il questore: "Ora controlli in appartamenti e negozi"

Ancora violenza nel quartiere dove il 13 febbraio vi fu la sommossa di nordafricani per l'uccisione di un egiziano. Il ferito un magrebino irregolare e con precedenti. La Moratti: ordinanza per i contratti d'affitto

Via Padova, altra violenza 
Il questore: "Ora controlli 
in appartamenti e negozi"

Milano - Un cittadino straniero è stato accoltellato intorno alle 21 in via Padova, a Milano. L'uomo è ricoverato in gravi condizioni. E' accaduto intorno alle 21. Secondo quanto riferito dalla polizia, che indaga sull'episodio, l'accoltellato è un giovane nordafricano, ventunenne, ferito con almeno una coltellata all'inguine. Gli uomini della Squadra Mobile hanno rintracciato e fermato un connazionale di 30 anni vicino al pronto soccorso dove il nordafricano, anch’egli ferito, si sarebbe recato in serata. "Subito interventi delle forze dell’ordine nella zona di via Padova - ha spiegato il questore di Milano, Vincenzo Indolfi - dove stiamo programmando una serie di controlli ad esercizi commerciali già segnalati per problemi di vario genere, e su cui stiamo ragionando come muoverci anche sul fronte dei controlli negli stabili".

Il ritrovamento del magrebino Il magrebino è stato trovato a terra, tra le auto, dagli agenti di una Volante che stava pattugliando la zona, richiamati da un passante che aveva notato il corpo. Il ferimento è avvenuto in via Clitumno, angolo con via Padova, a poca distanza da dove, il 13 febbraio scorso, é stato accoltellato e ucciso per futili motivi un egiziano di 19 anni, causando una sommossa della comunità araba nel quartiere, il più multietnico della città. Il ventunenne è irregolare e ha precedenti per furto, stupefacenti e immigrazione clandestina. Al momento non si hanno ulteriori particolari sulla ricostruzione dell'accaduto, anche se l'accoltellamento potrebbe essere avvenuto nell'androne di un palazzo, dove sono state trovate tracce di sangue. I precedenti del ferito fanno anche supporre che tra le cause del tentato omicidio possano esservi screzi legati al controllo del territorio per lo spaccio. 

Le misure della questura Interventi delle forze dell’ordine nella zona di via Padova. La questura di Milano sta programmando "una serie di controlli ad esercizi commerciali già segnalati per problemi di vario genere". Nel corso di una conferenza stampa seguita alla periodica riunione del tavolo interforze in Questura dedicato alla situazione nella zona di via Padova, Indolfi ha spiegato che questo tipo di attività "sono già state fatte in passato e avevamo in animo di fare nuovamente nel prossimo futuro, in quella zona come in altri quartieri". "Si tratta di un’attività impegnativa ma non certo eccezionale - ha continuato Indolfi - che viene portata avanti in grande coordinamento e disponibilità da noi insieme con i carabinieri, la guardia di finanza e la polizia locale in un quartiere in cui fenomeni di microcriminalità esistono ma che stiamo controllando". Tecnicamente si tratta quindi di agenti e militari già di stanza a Milano: 120 tra poliziotti e carabinieri del Terzo Reparto Mobile della caserma di via Cagni e del Terzo battaglione carabinieri Lombardia della caserma di via Lamarmora, a cui si sommano un minimo di 12 agenti del Reparto prevenzione crimine Lombardia sempre di stanza in via Cagni.

La Moratti  sui contratti d'affitto Una ordinanza che "impegna i proprietari di immobili a Milano a depositare copia dei contratti d’affitto presso un apposito ufficio della polizia locale". L’ha annunciata il sindaco Letizia Moratti riguardo alle iniziative per la sicurezza di via Padova. L’ordinanza, ha spiegato, che sarà emanata in base al decreto Maroni, prevederà sanzioni fino a 500 euro per i trasgressori. È allo studio e sarà pronta "fra una decina di giorni" e mira a "rafforzare i controlli negli immobili dati in locazione". La proposta, ha sottolineato il sindaco, "è del capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino: l’abbiamo accolta e presentata stamani in questura ed è stata accettata come proposta utile". L’idea di un registro apposito dei contratti d’affitto presso il Comune è stata presentata dal Pd in una mozione in consiglio comunale, discussa con i residenti e i commercianti di via Padova martedì scorso in una assemblea pubblica al Parco Trotter. La mozione chiedeva al Comune di istituire un apposito ufficio per la registrazione degli affitti, che si interfacci con i registri dell’anagrafe, del catasto e della questura, in modo che dall’incrocio dei dati sia più facile verificare la regolarità dei contratti e di chi vi abita e nel caso perseguire i proprietari degli alloggi.

Dodici giorni fa l'omicidio di El Sayed Sono passati dodici giorni dall' omicidio di Ahmed Abdel Aziz El Sayed, l'egiziano di 19 anni che ha innescato la rivolta di via Padova a Milano. E' il 13 febbraio quando sull'autobus della linea 56 scoppia una lite tra un gruppo di nordafricani ed alcuni latinos. Sono le 17.40 e in pochi minuti si consuma la tragedia. Il giovane egiziano resta a terra accoltellato a morte, un suo amico ivoriano resta ferito in maniera lieve, il terzo fugge e resta illeso. In via Padova, a poca distanza da piazzale Loreto, scoppia una rivolta. Prima piccoli gruppetti di nordafricani, poi decine e infine un centinaio di connazionali del giovane ucciso cominciano a fronteggiare la polizia. Partendo dal luogo dove è avvenuto l'omicidio sfogano la loro rabbia ribaltando auto e danneggiando i negozi dei sudamericani. La rivolta dura fino a sera, quando ormai c'é un imponente spiegamento di forze dell'ordine e i rivoltosi si aggirano a gruppetti nei vicoli. E' notte quando torna la calma in via Padova. Gli scontri provocano un'aspra polemica sulle politiche di immigrazione e sulla capacità di evitare i 'ghetti' di extracomunitari. La risposta delle forze dell'ordine non si sostanzia solo nel presidio costante della zona ma porta a dei risultati dopo alcuni giorni: gli uomini della Questura di Milano fermano tre dominicani, di 31, 19 e 18 anni. Sono loro, secondo l'accusa, ad aver aggredito i nordafricani.

Negli interrogatori si accusano a vicenda ma pare che sia stato il più grande dei tre, detto Chapi, ad aver sferrato il fendente che ha ucciso Ahmed. Lunedì scorso il gip ha convalidato il loro arresto 

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