Economia

Palazzo Chigi dice sì al decreto anti scalate Dal governo prime misure per fermare i francesi

Già annunciato nei giorni scorsi da Tremonti, il Cdm licenzia il dl per fermare lo shopping sul mercato italiano: sarà ristretto il margine di manovra per gli stranieri che vogliono comprare società nostrane. L’esecutivo si riserva di presentare nuove misure al decreto sotto forma di emendamenti

Palazzo Chigi dice sì al decreto anti scalate 
Dal governo prime misure per fermare i francesi

Roma - Un dl per tutelare le aziende italiane dalle scalate estere. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti lo aveva promesso qualche giorno fa ed ora il decreto è stato licenziato dal consiglio dei ministri di questa mattina. La bozza, già battezzata "anti scalate", punta a restringere il margine di manovra per le società straniere che vogliono prendere il controllo di società italiane.

Il governo contro le scalate straniere L’acquisizione di Bulgari da parte di Lvmh, l’avanzata di Lactalis su Parmalat, le mire di Groupama sulla galassia Ligresti e di Edf su Edison. La lista è lunga. E lo shopping straniero sul mercato italiano non è un vezzo degli ultimi mesi, ma è ormai di vecchia data. L’adozione del provvedimento era stata comunicata nei giorni scorsi dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti all’ambasciatore francese a Roma. Oggi il consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto che tutelerà la svendita dei nostri gioielli. L’esecutivo si riserva di presentare nuove misure al decreto sotto forma di emendamenti durante l’iter in parlamento, previa consultazione europea.

Il caso Parmalat Nel caso di Parmalat, che il decreto non cita esplicitamente, ma a cui tale norma può essere applicata, l’assemblea fissata in ultima convocazione per il 14 aprile può essere dunque rinviata fino al 30 giugno. Il testo del decreto, diffuso da Palazzo Chigi, amplia da 120 "a centottanta giorni dalla chiusura dell’esercizio 2010, anche qualora tale possibilità non sia prevista dallo statuto della società" il termine entro il quale l’assemblea deve essere convocata. Tale possibilità è data anche nel caso in cui la data di convocazione dell’assemblea sia già stata pubblicata. "Nel caso in cui alla data di entrata in vigore del presente decreto l’avviso di convocazione dell’assemblea è già stato pubblicato - si legge nel decreto - è consentito al consiglio di amministrazione o al consiglio di sorveglianza di convocare l’assemblea, in prima o unica convocazione, a nuova data" nel rispetto dei termini e delle modalità del decreto legislativo 58 del 1998.

Qualora poi, si legge ancora nel testo, "l’assemblea sia stata convocata anche per la nomina dei componenti degli organi societari, le liste eventualmente già depositate presso l’emittente sono considerate valide anche in relazione alla nuova convocazione".

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