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Il Papa: "Basta coi veti sui simboli dei cristiani Scuola, stop monopolio"

Ratizinger: "Stop al monopolio dello Stato sulla scuola. Grazie al governo per aver difeso il crocifisso in aula". Ieri l'appello sui nomi cristiani

Il Papa: "Basta coi veti 
sui simboli dei cristiani 
Scuola, stop monopolio"

Città del Vaticano - Il Papa torna a ribadire l'importanza dei simboli e delle feste religiose. Lo fa nel corso dell’udienza al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Benedetto XVI definisce come una "manifestazione dell’emarginazione della religione e, in particolare, del cristianesimo" il fatto di "bandire dalla vita pubblica feste e simboli religiosi, in nome del rispetto nei confronti di quanti appartengono ad altre religioni o di coloro che non credono". "Agendo così - ha detto Ratzinger  - non solto si limita il diritto dei credenti all’espressione pubblica della loro fede, ma si tagliano anche radici culturali che alimentano l’identità profonda e la coesione sociale di numerose nazioni".

Sui cristiani perseguitati Il pontefice ha detto anche di apprezzare "l’attenzione per i diritti dei più deboli e la lungimiranza politica di cui hanno dato prova alcuni Paesi d’Europa negli ultimi giorni, domandando una risposta concertata dell’Unione Europea affinché i cristiani siano difesi nel Medio Oriente". Il Papa ha ricordato sia "gli attentati che hanno seminato morte, dolore e smarrimento tra i cristiani dell’Iraq, al punto da spingerli a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli", sia l’attentato di capodanno in Egitto, dove "ad Alessandria, il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa. Questa successione di attacchi è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose".

Pace e sicurezza "Rinnovo alle Autorità di quel Paese e ai capi religiosi musulmani - ha scandito Ratzinger - il mio preoccupato appello ad operare affinché i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla società di cui sono membri a pieno titolo". In Medio Oriente "i cristiani sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. È naturale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione". "Vorrei ricordare infine - ha detto ancora il Pontefice - che la libertà religiosa non è pienamente applicata là dove è garantita solamente la libertà di culto, per di più con delle limitazioni".

Sull'educazione sessuale In tema di educazione, per il Papa si profila "un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione".

Fornendo ai giornalisti alcuni chiarimenti, il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha spiegato che il riferimento del Papa ai corsi di educazione sessuale come "minaccia alla libertà religiosa" riguarda in particolare "quanto è accaduto in Spagna".

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