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Il Papa: no alla violenza, rispettare gli immigrati

Benedetto XVI sulla rivolta di Rosarno: "L'immigrato è un essere umano, differente per cultura e tradizione ma comunque da rispettare". Poi: "La violenza non deve essere mai per nessuno il modo per risolvere le difficoltà". Condanna per gli attacchi ai cristiani in Egitto

Il Papa: no alla violenza, rispettare gli immigrati

Città del Vaticano - "L'immigrato è un essere umano, differente per cultura e tradizione ma comunque da rispettare", e "la violenza non deve essere mai per nessuno il modo per risolvere le difficoltà": lo ha detto il Papa all'Angelus in piazza san Pietro, riferendosi ai fatti accaduti nei giorni scorsi a Rosarno, in Calabria.

"Bisogna ripartire - ha esclamato il Papa - "dal cuore del problema. Bisogna ripartire dal significato della persona. Un immigrato - ha affermato con forza - è un essere umano, differente per provenienza, cultura e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare nell'ambito del lavoro dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell'ambito delle condizioni concrete di vita". "La violenza - ha detto ancora - non deve essere mai, per nessuno, la via per risolvere le difficoltà. Il problema è anzitutto umano. Invito - ha concluso - a guardare il volto dell'altro e a scoprire che egli ha un'anima, una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama me". 

La "diversità religiosa" non può mai giustificare la violenza, e "non può esserci violenza in nome di Dio", ha anche detto Benedetto XVI riferendosi alle violenze dei giorni scorsi in Egitto e in altre parti del mondo contro alcune comunità cristiane. "Occorre che le istituzioni - ha aggiunto - non vengano meno alle proprie responsabilità". "La violenza verso i cristiani in alcuni Paesi - ha affermato il pontefice - ha suscitato lo sdegno di molti, anche perché si è manifestata nei giorni più sacri della tradizione cristiana". "Occorre - ha detto - che le istituzioni sia politiche, sia religiose no vengano meno - lo ribadisco - alle proprie responsabilità.

Non può esserci violenza in nome di Dio, né si può pensare di onorarlo offendendo la dignità e la libertà dei propri simili".

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