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A Parma il nuovo padrone è un mistero

A Parma il nuovo padrone è un mistero

Paolo Emilio Pacciani

da Parma

Due settimane per decidere la sorte del calcio a Parma. Quindici giorni decisivi per stabilire se il football gialloblù potrà continuare a dare spettacolo nell’Olimpo del calcio italiano o se, invece, quest’angolo di Emilia dovrà rassegnarsi a tornare nell’anonimato nel quale è vissuto per un’ottantina di anni.
Dopo mille rinvii, e due trattative parallele che ora rischiano di incrociarsi, il tentativo del commissario straordinario Enrico Bondi di vendere la squadra di calcio, separandola dai destini della nuova Parmalat, sembra essere arrivato finalmente al dunque.
Due sono le date chiave: la prima è quella di giovedì prossimo, 5 gennaio, termine ultimo fissato da Gaetano Valenza per ottenere una risposta dal ministero delle Attività produttive alla sua richiesta di concordato per rilevare il Parma A.C., detentore del 100% delle azioni di Parma F.C. (la società che si è iscritta al campionato), in cambio di 15 milioni di euro (ma dei 180 e passa milioni di euro di debiti non se ne farebbe carico). Una procedura inusuale (se accettata sarebbe il primo caso nella storia) anche se prevista dalla legge, alla quale l’imprenditore napoletan-ticinese (ma domiciliato legalmente ad Ancona) ha fatto ricorso per scavalcare Bondi, che di lui non vuole più saperne. Con Valenza arriverebbero Franco Baldini come ds, Zeman come allenatore e Giovanni Galli come team-manager. I tre attualmente, sarebbero a libro paga dello stesso Valenza, il primo a sottoscrivere un contratto d’acquisto scaduto il 30 giugno senza che arrivassero nelle casse del Parma i 35 milioni di euro pattuti.
Bondi, che aveva già per le mani la proposta di Lorenzo Sanz, non ci pensò due volte a dargli il benservito rescindendo il contratto per inadempienza del compratore. L’imprenditore spagnolo, a sua volta, dopo un primo acconto di un milione di euro, ed un secondo acconto di altri 6,5 milioni, ha continuato a rimandare il pagamento del saldo di 20 milioni (per un importo complessivo di 27,5 milioni, cifra concordata dopo la cessione di Gilardino). Ma ora, e qui siamo alla seconda data chiave, siamo agli sgoccioli anche per lui: entro il 15 gennaio (la domenica di Parma-Lazio) Renfisa Inversiones (la società di Sanz) dovrà chiudere. Altrimenti Bondi intascherà il cospicuo anticipo già versato e per il Parma si apriranno scenari da paura.


Che potrebbero portare al fallimento dell’attuale Parma e alla liquidazione dell’ultimo Parma.

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