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Le parti sociali dalla Fornero senza intesa sull'articolo 18 Cgil: "Per noi non si discute"

Continua la trattativa sulla riforma del lavoro. Tra le parti sociali non c'è accordo sull'articolo 18. E la Fornero punta sull'apprendistato: "Sia veicolo di formazione"

Le parti sociali dalla Fornero senza intesa sull'articolo 18 Cgil: "Per noi non si discute"

La trattativa è entrata nel vivo. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha fatto sapere chiramente che la riforma del mercato del lavoro si farà, con o senza l'accordo dei sindacati. Sul tavolo che si è tenuto questa mattina al ministero del Welfare si è cominciato a discutere partendo dall'apprendistato e dall'ordinamento dei contratti. A dettare l'agenda è la titolare del dicastero Elsa Fornero che ha preferito lasciare per ultima la modifa dell'articolo 18 sarà dal momento che "le parti sociali non hanno trovato un punto di convergenza".

Dopo le polemiche dei giorni scorsi legate al presunto incontro carbonaro tra il Professore e la leader della Cgil Susanna Camusso, la Fornero ha deciso di apire il confronto dando subito la parola alle parti sociali affinché illustrassero i punti di accordo raggiunti nei giorni scorsi. Parlando a nome di otto delle nove sigle presenti al tavolo (Rete imprese Italia ha illustrato in un secondo momento la propria posizione), il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari ci ha tenuto a sottolineare che le parti hanno trovato "convergenze importanti e significative". Ma non sulla modifica dell'articolo 18. Proprio per questo la Fornero ha fagtto sapere che il governo affronterà il tema della flessibilità soltanto in uscita nel confronto sulla riforma del lavoro "per ultimo". Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, invece, l'esecutivo fa sapere che non interverrà prima di un anno e mezzo.

Ad ogni modo il ministro del Welfare ha spiegato che la vera sfida sta nell'apprendistato che "deve diventare la forma tipica di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani". Proprio per questo l'esecutivo intende essere "severissimo" e non avere "nessuna tolleranza sull’uso improprio del contratto di apprendistato da parte delle imprese". La Fornero ha voluto sottolineare che questo tipo di contratto è stato a lungo usato come veicolo di flessibilità mentre avrebbe dovuto essere "veicolo di formazione". "Il governo non vuole punire il lavoro produttivo e penalizzare le imprese - ha spiegato il ministro - ma piuttosto valorizzare i contratti riportandoli alla funzione originaria".

Alla fine del vertice, il clima resta lo stesso. La Camusso non cambia idea: "Per noi non c’è un tema che si chiama articolo 18". Pur di evitare lo scontro e non creare problemi alla Cgil, il governo ha usato tutte le cautele del caso anche se, una volta trattato l’ingresso al lavoro e discusso degli ammortizzari, sarà inevitabile affrontare anche il tema flessibilità in uscita. L'articolo 18, appunto. E su questo tema sono in molti, soprattutto nel centrodestra, a spingere perché i sindacati più moderati isolino la Camusso. Non è, infatti, un caso che il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, sapendo che prima o poi il governo interverrà, auspichi "ragionevolezza" da parte di tutte le parti sedute al tavolo. Insomma, si va avanti a trattare. Al termine dell'incontro la Fornero ha chiesto alle parti sociali di rivedersi lunedì prossimo quando si entrerà nel vivo dei temi caldi. "Siamo interessati a fare una buona riforma del mercato del lavoro", ha asssicurato il presidente di Confindustria Emma Marcagaglia facendo però presente che al prossimo vertice al dicastero di via Veneto dovranno essere assolutamente affrontati la flessibilità in entrata, gli ammortizzatori sociali e la flessibilità in uscita.

La Cgil è avvisata.

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