Cronaca locale

Paura per un bimbo di 3 anni caduto dal balcone di casa

Paura per un bimbo di 3 anni caduto dal balcone di casa

Sono stabili le condizioni del bimbo di tre anni caduto ieri pomeriggio dal balcone al primo piano di uno stabile dove era andato a prendere il pallone che gli era caduto dal balcone della sua abitazione. Il fatto è accaduto in un palazzo di via Tommaso Campanella, poco lontano dalle uscite autostradali che portano all’Autolaghi (tra la zona di viale Certosa e il quartiere Quarto Oggiaro).
Mahmoud M. è di origini egiziane, ma è nato a Milano il 26 marzo 2003 e vive con i genitori - una coppia sposata (la madre ha 23 anni, il padre è 32enne) con regolare permesso di soggiorno e residenti in Italia da anni - e il fratellino in un appartamentino al terzo piano di una casa di ringhiera. Mahmoud stava giocando con il pallone quando gli è caduto giù. Così, senza che i genitori se ne accorgessero subito, il piccolo è sceso per le scale fino al primo piano. E lì, una volta sul ballatoio, ha visto che il pallone era finito in cortile. Così ha deciso di scavalcare la ringhiera per andare a riprenderselo.
Non a caso si dice che con i bambini piccoli ci vorrebbero dieci occhi. Perciò è comprensibile come tutto si sia svolto in una manciata di secondi: appena qualche attimo prima il bimbo era in casa che giocava a pallone con i genitori e il fratellino. Poi, improvvisamente, è uscito di casa di corsa.
Come ha spiegato poi una vicina, che abita dall’altra parte del cortile e ha visto in diretta la scena dell’incidente, non appena ha raggiunto il primo piano Mahmoud ha scavalcato la ringhiera ed è precipitato nel vuoto: un volo di ben sei metri. Decisamente una bella altezza per un primo piano.
Erano esattamente le 15. Tra le urla della donna e la corsa sua e dei genitori in cortile a soccorrere il bambino, qualcuno nel palazzo ha avvertito il 118. E il piccolo è stato portato con l’automedica d’urgenza al reparto di Neurorianimazione dell’ospedale Niguarda. Nonostante la vicinanza di via Campanella all’ospedale Sacco i sanitari hanno optato per un reparto specialistico come quello del Niguarda perché, in un primo tempo, Mahmoud aveva perso i sensi (riacquistati per fortuna qualche momento dopo sull’ambulanza) e le sue condizioni sembravano gravissime. Una volta giunto in ospedale il bambino è stato tenuto in coma farmacologico dai medici per poter eseguire con tranquillità tutti gli accertamenti del caso. E se è vero che, per precauzione, il bambino rimane ricoverato nel reparto di neurochirurgia del Niguarda dove la sua prognosi non sarà sciolta prima di 24 ore (quindi nel pomeriggio di oggi) i suoi cari possono dirsi davvero fortunati: i medici, infatti, già un’ora dopo il ricovero, ieri assicuravano di non aver rilevato alcuna lesione «evidente», quindi né problematica né tantomeno grave.


«Il bimbo è sveglio e collaborante» non hanno esitato a dichiarare ai genitori i sanitari che lo hanno visitato non appena è giunto al Niguarda.

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