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Pd, giovani in rivolta: "No alla parola compagni"

Il discorso di Pier Luigi Bersani al Palalottomatica di Roma ha messo in "ansia" l’ala moderata del Pd che si è chiesta se il partito non sia "sbandando" troppo a sinistra. A far scatenare il dibattito nel partito è stato il saluto dell’attore Fabrizio Gifuni

Pd, giovani in rivolta: "No alla parola compagni"

Roma - Un po' sarà stato per quel "anche i ricchi paghino", un pò per altri piccoli segnali come la "benedizione" della Cgil con la presenza in prima fila della futura leader del sindacato Susanna Camusso, poi l’attore Fabrizio Gifuni ci ha messo del suo con il saluto (applauditissimo) "compagni e compagne", fatto sta che il discorso di Pier Luigi Bersani al Palalottomatica di Roma ha messo un po' di "ansia" all’ala moderata del Pd. Che in massa si è chiesta se il partito non sia "sbandando" troppo a sinistra.

No alla parola "compagni" "Siamo domocratici, non compagni", ha detto Gero Grassi, deputato di Area democratica, sottolineando tra l’altro l’assenza di Cisl, Uil, piccoli imprenditori e artigiani. "Per certi versi, nella forma, la manifestazione di ieri è sembrata quella di un partito intenzionato a gestire l’opposizione ed una parte dell’Italia", ha sostenuto Grassi usando anche toni ultimativi: "Continuando così i democratici e le democratiche che vogliono il partito del domani, prima o poi, lasceranno quanti continuano a vivere una storia che è solo quella di ieri". Gli ha fatto eco Giorgio Merlo: "I Gifuni di turno, con tutto il rispetto del caso, disegnano solo un ruolo di eterna opposizione". Con l’attore che ha interpretato, tra gli altri, Alcide De Gasperi, se l’è presa anche Lucio D’Ubaldo: "Bersani faccia a meno di Gifuni. Guai se trasformiamo la manifestazione dell’Eur nella coperta di Linus di un’opposizione soddisfatta di se stessa". E Debora Serracchiani: "Io voglio che al Pd vengano a dire amici, fratelli, compagni e che noi ascoltiamo cosa dicono".

Il dibattito interno al Pd Per D’Ubaldo, "serve a poco elaborare proposte innovative, capaci di corregere gli aspetti negativi della manovra finanziaria del governo, se poi la modalità e la sostanza dell’iniziativa politica consegna Bersani alla ridotta, evocata di fronte alla 'sezionata' platea del Palalottomatica, dei vecchi 'compagni e compagne'". Mentre Rodolfo Viola, deputato democratico, ha criticato nel merito l’intervento di Bersani all’Eur: "Il Pd decida se professionisti, artigiani, commercianti fanno parte dei complessi interessi sociali che devono essere valorizzati e tutelati. Se è così potremo avere l’ambizione di tornare a governare 'tutto' il Paese anzichè limitarci ai rappresentare le istanze di una parte". Nel dibattito, via Facebook, si inserisce anche Stefano Ceccanti che richiama la memoria agli Stati generali del ’98 in cui nacquero i Ds: "Il leader dei Cristiano sociali, Ermanno Gorrieri, suscitò vibranti proteste chiedendo che nel nuovo partito, affinché ciascuno potesse sentirsi a casa propria, la si smettesse di chiamarsi 'compagni'. Ancora una volta, con Gifuni alla platea del Pd, a farci andare indietro, persino rispetto ai Ds, ci aiutano i ceti medi riflessivi".

La linea di difesa A difendere la linea del Palalottomatica è stato invece Filippo Penati, capo della segreteria politica di Bersani: "Ieri Bersani ha colpito nel segno dimostrando che si tratta di una manovra sbagliata e dannosa che non risolve i problemi del paese e non lo aiuta a ripartire. Non piace veramente a nessuno, tanto che oggi neanche Berlusconi la difende preferendo attaccare l’opposizione per distogliere l’attenzione e fare un appello all’unità della sua maggioranza". Ma è su Facebook che il segretario ha raccolto molto più di una pacca sulla spalla per i torni del discorso della manifestazione. Entusiasmo sulla bacheca del partito: "Finalmente!", posta telegrafica Isabella Deiana. "Un discorso più vigoroso, più degno del nostro passato", fa eco Federico Fiordigigli. Ma è sulla pagina dello stesso Bersani che i toni (e il numero degli interventi) salgono: "Finalmente Pierluigi incomincia a sparare a zero, meglio tardi che mai", sostiene Domenica Bavaro. E Fabrizio Montoro: "Grande segretario. Chiaro, efficace e anche trascinante". Per Alessio Bassi Bersani è stato "grande", mentre per Francesco Vescovo "emozionante".

Telegrafici, ma espliciti, Luciano Ognibene ("finalmente il Pd") e Lino Pallotta ("seeeeee"), mentre Majid chiede: "C’è chi ancora vuole un altro segretario?".

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