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Pdl: mafia contro il premier perché la combatte Fini: "Senza prove quelle sono solo parole"

Bonaiuti: "Il nostro governo ha arrestato 8 mafiosi al giorno, festivi inclusi. Ha arrestato 15 dei 30 più pericolosi latitanti di mafia. Ha sequestrato in media 10 milioni di euro di beni al giorno". Ghedini: "Parole inconsistenti, contro Spatuzza pronti ad azioni legali". L'Idv attacca, il Pd: rispettare i giudici

Pdl: mafia contro il premier perché la combatte 
Fini: "Senza prove quelle sono solo parole"

Roma - "Il nostro governo ha arrestato otto mafiosi al giorno, festivi inclusi. Ha arrestato quindici dei trenta più pericolosi latitanti di mafia. Ha sequestrato in media dieci milioni di euro di beni mafiosi al giorno, per un valore totale finora di 5,6 miliardi di euro, più del triplo di quanto ha fatto il Governo precedente nello stesso periodo tempo. Gli straordinari risultati della lotta intrapresa da questo governo contro la mafia non hanno precedenti negli ultimi venti anni". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti. "È del tutto logico che la mafia utilizzi i suoi esponenti per rilasciare dichiarazioni contro il presidente del Consiglio di un governo che agisce in maniera così determinata e così concreta nei confronti della criminalità organizzata", conclude Bonaiuti.

Fini: "Senza riscontri le accuse di Spatuzza restano parole"
"L’atomica amplificazione mediatica delle dichiarazioni di Spatuzza non deve far passare in secondo piano un elementare principio di civiltà giuridica: senza riscontri puntuali e rigorosi, che è dovere dei magistrati individuare, le accuse restano soltanto parole". Lo sottolinea in una nota il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini.

Ghedini: "Da Spatuzza parole inconsistenti"  "Le dichiarazioni di Spatuzza appaiono di una totale ed assoluta inconsistenza. I riscontri disposti non potranno che dimostrarne l’inattendibilità. Resterà da comprendere quali siano state le ragioni che lo hanno indotto a fare queste affermazioni che hanno consentito le conseguenti indegne strumentalizzazioni politiche e mediatiche da taluni puntualmente svolte". Lo dichiara, in una nota, Niccolò Ghedini (Pdl), il quale rileva che "il tentativo di delegittimare la lotta alla mafia, la lotta vera e non a parole, che il presidente Berlusconi e i governi da lui presieduti hanno fortemente posto in essere nel corso degli anni e ancor più in questa legislatura, è del tutto evidente". È "ovvio - aggiunge Ghedini - che nei confronti dello Spatuzza dovranno essere esperite tutte le opportune azioni giudiziarie che il caso impone, ancorchè di utilità assai marginale trattandosi di un ergastolano, certamente più interessato agli sconti premiali e al più favorevole trattamento di pentito che intimorito da azioni penali e civili di ben modesta entità rispetto agli omicidi da lui commessi e accertati".

Bondi ferita e danno all'Italia "Quello che sta avvenendo, di una assoluta inverosimiglianza, già determina una ferita e un danno enormi all’immagine internazionale e agli interessi generali del nostro Paese. Di questo dovrebbero essere consapevoli tutte le forze politiche più responsabili, che hanno a cuore il bene dell’Italia prima di ogni altro altro interesse", così Sandro Bondi Coordinatore del Pdl.

Napoli: clamorosa contraddizione "Il pentito Gaspare Spatuzza ha raccontato menzogne e si è clamorosamente contraddetto", afferma Osvaldo Napoli del Pdl. "Ha detto che ha scoperto la fede grazie al cappellano di Ascoli Piceno, venendosi a trovare al bivio fra Dio e la mafia. Dunque la scoperta della fede lo ha fatto pentire? No. Nel 2004, quando Spatuzza accenna a Filippo Graviano del desiderio di dissociarsi, Graviano gli risponde di far sapere a suo fratello Giuseppe Graviano che 'se non arrivava qualcosa da dove doveva arrivare, allora bisognava parlare con i magistrati'. Cosa doveva arrivare? Un ammorbidimento delle leggi per i boss mafiosi. Come si sa - sottolinea Napoli - le leggi sono state invece inasprite sempre e soli dai governi di centrodestra e dal premier Berlusconi"." Non la sete di perdono nè la contrizione per gli orribili omicidi commessi, ma - conclude - una vendetta politica contro Silvio Berlusconi ha spinto lo spergiuro Gaspare Spatuzza a chiamare in causa il presidente del Consiglio che più di tutti ha perseguito la mafia. Possiamo dire che Spatuzza ha solo anticipato di 24 ore il No B day di Antonio Di Pietro".

Gasparri: killer non credibile "Spatuzza ha sciolto nell’acido un bambino di 12 anni per conto della mafia, ha ucciso don Pino Puglisi e gli ha anche tolto 200mila lire dalle tasche e le marche da bollo per la patente. È un personaggio la cui credibilità e attendibilità sono pari a zero". A dichiararlo, nel giorno della deposizione del pentito di mafia davanti alla seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo, trasferita a Torino per questioni di sicurezza, è il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Intervenendo a margine della seconda giornata del "Salone della Giustizia", Gasparri ribadisce: "Noi vogliamo impegnarci per una giustizia che combatta le mafie. I provvedimenti che in questa legislatura abbiamo fatto sono tra i più rigorosi e i più severi. Posso capire - osserva - che la mafia possa serbare rancore nei confronti del centrodestra, visto che nessuno più di noi l’ha combattutra in maniera più strenua e decisa"."La legge sui pentiti - tiene poi a sottolineare Gasparri - va bene purchè sia rispettata. Ci sono dei termini temporali per le dichiarazioni, il famoso termine dei sei mesi, per evitare che nell’arco dei decenni qualcuno ricordi che fa comodo a qualcun altro senza dire la verità. Quindi la legge fissa dei paletti. Bisogna verificare - conclude - se anche nel caso Spatuzza le norme siano state riuspettate".

Della Vedova: insinua sospetti indimostrabili "Abbiamo assistito ad una deposizione in cui Spatuzza ha offerto più assicurazioni sulla sua (non sappiamo quanto sincera) conversione religiosa, che riscontri delle accuse che muove nei confronti del senatore Dell’Utri e del presidente Berlusconi". Lo dice Benedetto Della Vedova, deputato del Pdl vicino a Fini. "Penso che queste rivelazioni - sottolinea - siano doppiamente inquietanti: da una parte perchè insinuano sospetti indimostrabili di complicità con il terrorismo mafioso nei confronti del Presidente del Consiglio e di un dirigente politico di primo piano; dall’altra perchè offrono lo spaccato di cosa diventa la giustizia anti-mafia (anche al di là del caso Berlusconi o Dell’Utri, per decine o centinaia di imputati sconosciuti) quando tutto finisce per reggersi sulle rivelazioni di pentiti, che non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare e sulle ’prove logichè, che magistrati disinvolti ritengono di potere dedurre da queste rivelazioni".

Castelli: la magistratura si gioca la credibilità "Anche sulla partita di Spatuzza la magistratura si gioca la propria credibilità. Se ci fossero riscontri oggettivi, è chiaro che si aprirebbe un fronte preoccupante per il governo, ma se questi riscontri oggettivi non ci fossero, allora si aprirebbe uno scenario sul modo di agire di alcune parti della magistratura che sarebbe ancora più preoccupante", ha detto il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, a margine di un convegno a Genova. "La norma processuale prevede, soprattutto i pentiti, che alle dichiarazioni seguano riscontri oggettivi. Siamo in attesa di averli - ha proseguito Castelli - perchè se per caso non venissero fuori, allora significherebbe che qualsiasi pazzo, mitomane, delinquente può andare a dire quello che vuole". "E se venisse fuori che abbiamo una magistratura che fa parlare chiunque per motivi che sono tutti da verificare - ha concluso l’esponente del governo - allora credo che sarebbe davvero una situazione grave".

"Vogliono sciogliere il Pdl nell'acido" "È ormai evidente che i poteri criminali e mafiosi che si annidano anche nello Stato hanno deciso di scioglierci nell’acido delle dichiarazioni prive di alcun riscontro di stragisti che fingono di collaborare con la giustizia, ma che in realtà cercano di ottenere un salvacondotto e di consumare la vendetta nei confronti del governo e della maggioranza che li hanno condannati al carcere duro a vita". Lo afferma il parlamentare del Pdl Giorgio Stracquadanio. "Spatuzza non ha detto nulla di più di quanto era già stato ampiamente pubblicato sui giornali e non è stato in grado di offrire lo straccio di un riscontro alle sue dichiarazioni - continua Stracquadanio -. Altro che bomba atomica, il suo interrogatorio non è nemmeno un petardo. È ributtante che queste dichiarazioni possano essere entrate in un processo e che si sia strumentalizzata la religione per accreditare la credibilità di un criminale senza scrupolo come l’avanzo di galera che qualcuno vuol far diventare eroe nazionale".

"La mafia ha doti divinatorie?" "Spatuzza dice di voler 'restituire verità alla storia'. E allora, se di storia dobbiamo parlare, comincino col dire, il signor Spatuzza e coloro che sorprendentemente gli danno credito, come spiegano che mentre i partiti anticomunisti della Prima Repubblica crollavano sotto i colpi di Tangentopoli, mentre la 'gioiosa macchina da guerra' dell’ex Pci si apprestava a prendere incontrastata il potere in Italia, mentre l’imprenditore Berlusconi chiedeva a Segni e Martinazzoli di guidare il fronte moderato per arginare la marea comunista, alla vigilia di una lunga stagione di scarcerazioni di migliaia di mafiosi grazie ai programmi di protezione dei pentiti, Cosa Nostra abbia ricevuto 'il Paese in mano' da 'quello di Canale 5'. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL. "Lo stesso Spatuzza - prosegue Quagliariello - oggi ha ammesso in aula che ai tempi del presunto incontro di via Veneto nulla sapeva dei progetti politici di Berlusconi e Dell’Utri, e nessuna spiegazione chiese in proposito al boss Graviano suo interlocutore. Nulla sapeva perchè nulla poteva saperne, dal momento che quei progetti politici all’epoca non esistevano, e men che meno era allora immaginabile un esito diverso dalla vittoria elettorale degli ex comunisti. A meno che la mafia non possedesse doti divinatorie: le stesse che, secondo le ricostruzioni di Massimo Ciancimino e dei giornali che l’hanno promosso oracolo, avrebbe dovuto avere Bernardo Provenzano per definire Dell’Utri ’senatorè quando Dell’Utri a Palazzo Madama non era ancora stato eletto. Ma se è inverosimile che la mafia sappia prevedere il futuro, è indubbio che possa leggere il presente, e sentire attorno a sè il cappio di un governo che in un anno e mezzo le ha tolto il respiro e l’ha messa in ginocchio, e contro il quale muove oggi le sue pedine per tentare di scardinare ciò che in Italia si sta finalmente affermando: uno Stato autorevole - conclude Quagliariello - in grado di combattere la criminalità e garantire la sicurezza dei suoi cittadini".

L'Idv attacca il Pdl Italia dei Valori considera "spaventoso e aberrante" che "i politici del centrodestra, invece di chiedere ai giudici la verità, attacchino il delicatissimo lavoro che stanno facendo" nelle nuove inchieste sulle stragi di mafia. "Siamo certi - scrive in una nota il presidente dei senatori dipietristi Felice Belisario- che la procura di Palermo valuterà con molta attenzione l’attendibilità delle dichiarazioni del pentito Spatuzza da cui sono arrivate rivelazioni particolareggiate e dettagliate, ma tutte da provare".

Il Pd: rispettare i giudici No alle strumentalizzazioni dopo la deposizione di Spatuzza. E rispetto per il lavoro dei magistrati. E' l'invito che viene dal responsabile giustizia del Pd Andrea Orlando rivolto al Pdl. "Per anni - afferma - la destra ha denunciato i rischi dell'utilizzo strumentale delle vicende giudiziarie. Oggi mi pare, guardando alle dichiarazioni di suoi esponenti di primo piano, ne sia la principale protagonista. Credo che il compito della politica, soprattutto di fronte a processi che affrontano vicende tanto complesse e delicate della storia recente del nostro Paese, sia quello di saper tacere".

"Lasciamo fare ai giudici il loro mestiere con la massima serenità - conclude Orlando - questo invito dovrebbe essere raccolto da tutti ed in particolar modo da chi è sicuro di poter dimostrare la propria estraneità a quei fatti".

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