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Penati non lascia la poltrona di consigliere "La Serravalle? Fu un'operazione inconfutabile"

L'ex braccio destro di Bersani rimane consigliere regionale e si dice "fiducioso che la giustizia farà il suo corso e che la verità verrà a galla". Sull'operazione della Serravalle: "un'operazione inconfutabile". E nega di essere stato scaricato dal Pd: "Mi ero già autosospeso" 

Penati non lascia la poltrona di consigliere 
"La Serravalle? Fu un'operazione inconfutabile"

Milano - L'autosospensione dal partito per Penati è abbastanza. Un prezzo alto che sta pagando, anzi che si è autoinflitto, per le vicende relative all'ex area Falck e alla Milano Serravalle. Ma può bastare così. Di dimettersi da consigliere regionale Penati non ne vuol sentir parlare. Perché lui è certo che l'operazione Serravalle fu "inconfutabile" perché "sbloccò la realizzazione di Brebemi, Tem e Pedemontana e fu un’operazione che oggi ha arricchito la Provincia di Milano perché ha mantenuto un patrimonio che vale più del doppio di quando io la presi in consegna".

Penati va dritto per la sua strada, convinto che la giustizia farà chiarezza sulle sue vicende giudiziarie e certo di aver dato fastidio a qualcuno a causa dell’operazione sull’autostrada: "Forse è proprio questo che dà fastidio, forse piacciono operazioni come quella del 1998 quando il Comune di Milano vendette le azioni di Aem, il 49%, ad un terzo del valore di mercato. Queste sono le operazioni che piacciono, dà fastidio invece quando il pubblico non solo fa strategia di intervento nelle infrastrutture, ma crea anche valore e patrimonializza".

Insomma, per Penati fu un'operazione quasi encomiabile. Facendo il suo ingresso al Consiglio regionale della Lombardia, da cui si è dimesso da vicepresidente, Penati ripercorre l’iter dell’operazione Serravalle, ricordando che la decisione fu presa allora da tutta la maggioranza di centrosinistra e che "decidemmo di acquistare le quote di Gavio perché il Comune di Milano aveva rifiutato la nostra offerta di 270 mln di euro. La Provincia già deteneva il 37% e se oggi dovesse vendere l’intero pacchetto del 52% di cui è proprietaria, realizzerebbe una plusvalenza più del doppio del valore delle azioni. Molto più alta della stessa plusvalenza che ha realizzato Gavio in quel momento. Questo nessuno lo dice e forse è proprio quello che dà fastidio".

Poi l'ex presidente della Provincia precisa che rimarrà consigliere regionale in Lombardia "fiducioso che la giustizia farà il suo corso e che la verità verrà a galla". Penati continua dunque sereno il suo lavoro da consigliere, sicuro inoltre dell'appoggio del suo partito.

Penati non si sente scaricato dal Pd, e a chi gli fa notare il contrario lui replica così: "Assolutamente no, mi ero autosospeso". 

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