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Più che da Brexit il maggior rischio può arrivare con il rialzo dei tassi

Possibile compressione dei guadagni delle azioni bond-proxy

Manca poco più di un anno all'uscita del Regno Unito dall'Ue e l'incertezza sulle future relazioni sta comprensibilmente gettando un'ombra sul sentiment degli investitori. Ma i titoli «della Regina» devono davvero fare paura? Secondo Colin Morton, vicepresidente e Portfolio Manager UK dell'equity Team di Franklin Local Asset Management non sarà la Brexit a definire le sorti del Regno Unito nei prossimi 5-10 anni, ma il potenziale impatto dell'aumento dei tassi d'interesse sulle azioni britanniche. «Qualora nel Regno Unito l'inflazione cominciasse a salire in misura significativa, ci aspetteremmo un aumento dei tassi da parte della Bank of England (BoE), volto a limitare le pressioni inflazionistiche», spiega l'esperto.

Sulle azioni britanniche potrebbero incidere anche fattori internazionali. La decisione della Fed di non modificare le proprie prospettive per i tassi nel 2018, che prevedono tre rialzi dei tassi, ha provocato un calo e un indebolimento del dollaro Usa rispetto alle principali valute. Queste prospettive prudenti potrebbero gravare sugli utili delle società britanniche a media e ad alta capitalizzazione, i cui utili sono generati all'estero in dollari. Nell'anno e mezzo trascorso dopo il voto con cui il Regno Unito ha deciso di lasciare l'Ue, i mercati azionari del Paese si sono dimostrati più esuberanti di quanto avessero previsto molti osservatori. I propulsori di tale dinamica stabile comprendono la resilienza di alcune società esportatrici e i prezzi interessanti di talune azioni denominate in sterline di multinazionali quotate a Londra. Molte di queste società ad alta capitalizzazione sono già esperte nella gestione delle complessità degli accordi commerciali tra Paesi diversi.

L'aumento dei tassi comporta un rischio decisamente maggiore della Brexit perché potrebbe in qualche misura comprimere i guadagni delle azioni britanniche cosiddette bond-proxy, cioè azioni di società operanti nei settori dei servizi di pubblica utilità, beni di prima necessità, farmaceutico e immobiliare.

«Queste società offrono una crescita bassa ma stabile, dividendi costanti e volatilità limitata. Queste sono tutte qualità interessanti per gli investitori in un contesto di bassi tassi d'interesse, ma potrebbero diventare meno attraenti qualora i tassi dovessero cominciare a salire», aggiunge Morton. Un aumento incrementale dei saggi potrebbe infine avere un impatto anche sulle società britanniche di minori dimensioni. La disponibilità di credito a basso costo potrebbe diminuire e l'aumento degli interessi sui prestiti esistenti diluire, a sua volta, gli utili societari.

FGi

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