Roma

Una pianta «magica» per il re della Laguna

C’era una volta... un re, il re di Venezia. Un re senza eredi. Le fate/streghe di Venezia, mosse a compassione, decisero di andare in aiuto del re, regalandogli una pianta magica. Il re, all’oscuro della magia, la regalò ad un servitore che la piantò in giardino. Da quella pianta, come predetto dalla fate, nacque un bambino, l’atteso legittimo erede. Ma il re, impaurito dalla magia, rinchiuse la «pianta-bambino» in un cortile segreto. Il bambino venne a sapere che le streghe tenevano rinchiusa nel loro palazzo una pianta/bambina, la sua pianta/gemella. Nell’intento di liberarla, costruì con i rami della sua pianta un piccione di legno sul quale, sospinto dagli uccellini e dal vento, la raggiunse. Finalmente liberi, i due bambini volarono via, lasciando le streghe che facevano festa in un palazzo sul Canal Grande e il re e la regina che si ostinavano a non voler vedere ciò che a loro non sembrava reale. Per questa favola che Beni Montresor scrisse nel 1960 per «esaltare l’innocenza dell’infanzia e il desiderio dei bambini di essere fuori dall’ottusità e dalle costrizioni degli adulti», Philip Glass, nel ’95, scrisse delle musiche, destinandole a un’opera/balletto per bambini, dal medesimo titolo: Le streghe di Venezia; il balletto andò in scena alla Scala, con la coreografia di Mauro Bigonzetti, ma con la musica preregistrata. «Per lo più le favole - dichiarò all’epoca Montresor - hanno una componente di paura e spesso sono comprese solo dagli adulti. Io voglio che questa sia liberatoria e possa dire, una volta passati i pericoli che sempre esistono, che per i bambini nati nella libera natura ci saranno felicità, libertà e futuro».
Musica per Roma, in coproduzione con il Ravenna Festival, ha chiesto, di recente, a Philip Glass di revisionare le musiche de Le streghe di Venezia; a Vincenzo Cerami ha commissionato un testo per la nuova versione dell’opera, e ha affidato la regia a Giorgio Barberio Corsetti, chiedendogli di conservare intatta la magia dell’opera, pur in un allestimento che fa ampio uso della tecnologia video. Il Contemporanea Ensemble del Parco della Musica, al suo debutto pubblico e diretto da Tonino Battista, esegue le musiche dal vivo; cantano i solisti dell’Opera Studio ed il Coro Arcobaleno dell’Accademia di Santa Cecilia.
Il nuovo spettacolo, a cui partecipano anche numerosi acrobati, così come l’ha concepito Barberio Corsetti, si svolge in un susseguirsi d’immagini, ambienti, invenzioni, ottenuti attraverso l’uso delle tecnologie video, sparate sul fondo, come fosse un grande schermo; mentre, su un tulle che vela il boccascena saranno proiettate le immagini create in tempo reale, ed ottenute sovrapponendo gli interpreti a fondi elettronici registrati o live.
Auditorium. Sala Petrassi. Sabato 5 (ore 21), domenica 6 (ore 18), lunedì 7 (ore 21).

Info: 06.80241281

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