Roma

Piazza Navona contro Campo de’ Fiori: ora i commercianti si contendono i pittori

Silvia Marchetti

Piazza Navona contro Campo de’ Fiori. Lo «sfratto» dei pittori, al centro dell’operazione decoro del sindaco Veltroni, sta spaccando in due gli esercenti del centro storico. La proposta di Liborio Pepi, presidente Fiepet Roma (ramo della Confesercenti), di ospitare gli artisti proprio sotto la statua di Giordano Bruno ha raccolto il duro «no» degli operatori economici di Piazza Navona e quella dei diretti interessati. I primi non intendono rinunciare al valore aggiunto rappresentato dai ritrattisti e paesaggisti che fanno parte del tessuto culturale della piazza mentre i secondi minacciano di incatenarsi alla fontana del Bernini.
Guido Campopiano, presidente regionale della Fiepet e gestore del rinomato caffè «Ai Tre Tartufi» di Piazza Navona, è furioso: «Pepi ha parlato a titolo personale: non ha avvertito la necessità di ascoltare gli altri dirigenti della federazione né di sentire cosa ne pensassero i pittori. Smentisco perciò qualsiasi iniziativa targata Fiepet». Insomma, Pepi si è mosso in maniera unilaterale, consultandosi solo con gli esercenti di Campo de’ Fiori. Anche Walter Gianmaria, segretario provinciale della Fiepet, nega che l’ipotesi «trasferimento» sia mai stata discussa al comitato dirigenziale.
Sul Messaggero Pepi, che gestisce alcuni locali a Campo de’ Fiori, ha lanciato una richiesta al sindaco, con tanto di lettera pronta a partire: insieme agli altri operatori del rione, si offre di accogliere i pittori sfrattati di piazza Navona, «liberi di restare fino a notte fonda» sotto la statua di Giordano Bruno. Poco importo se c’è poco spazio, la presenza degli artisti fungerebbe da deterrente contro i vari disordini (tra cui i famigerati palloni vaiolence lanciati alle vetrine) che in questi giorni affliggono la piazza e che ne hanno compromesso l’immagine. Insomma, i pittori potrebbero restituire a Campo de’ Fiori quella tranquillità ormai perduta, ridando così fiducia ai residenti e tenendo lontano i malintenzionati. Artisti al posto dei teppisti.
Ma Campopiano, in prima linea contro l’offensiva di Veltroni destinata a colpire anche i pubblici esercizi, non ci sta a trasformare i ritrattisti in una schiera di poliziotti di quartiere, facendo in questo modo un favore al sindaco. «I ritrattisti, paesaggisti e pittori sono un valore aggiunto di piazza Navona, hanno il diritto di cittadinanza ed espellerli è un genocidio culturale. Ormai fanno parte del patrimonio e della fisionomia della piazza, il loro posto è qui. Sono persone non pedine. E poi se traslocassero davvero a Campo de’ Fiori, che facciamo, dovremmo importare noi la vaiolence a piazza Navona?». Stessa posizione dei diretti interessati: ieri mattina alle 7.30 molti di loro hanno telefonato a Campopiano, allarmati e furiosi per l’eventuale prospettiva, specie quando Pepi non li ha nemmeno interpellati. Le loro parole sono praticamente queste: «Ma chi ce lo ha mandato questo? Veltroni in persona?». Campopiano chiederà conto a Pepi della sua proposta alla prossima riunione Fiepet: «È stata un’uscita a dir poco estemporanea che ha tutto il sapore di un intervento a favore del sindaco». Una cosa è sicura: «La riqualificazione di Roma - afferma Fabrizio Sequi, consigliere di Fi in I municipio - non può passare tramite i trasferimenti forzati, desertificando piazza Navona».

Intanto, il destino dei pittori è appeso a un filo.

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