Di piazza in piazza giovani pesciolini crescono...

Sono anti-fascisti (e poco liberali) ma sui grandi temi nicchiano....

Di piazza in piazza giovani pesciolini crescono...

Il Paese - o perlomeno: la metà, politicamente - si è risvegliato, sul finire dell'anno, grazie alle sardine. E la cosa la dice lunga su quanto il movimento antisovranista sia influente e pieno di energia. E anche su quanto fosse conciata quella metà d'Italia.

Popolarissimi ma antipopulisti, liberi ma contro il liberismo, più critici che creativi (ottima la pars destruens, così così la pars construens), partiti dal basso ma che puntano in alto, moderati e dalle facce pulite, i pesciolini sono tendenzialmente giovani antipolitici (che fanno gola ai vecchi politici), bravi, buoni, istruiti al di sopra della media. Insomma, i migliori: quelli che non ci sono confini, famiglie, radici, identità, differenze, e sono per i migranti, i diversi, gli ultimi, le periferie. Infatti - secondo la migliore tradizione della Sinistra - fanno il pieno nei centri storici.

Le sardine sono inattaccabili. Sono contro la volgarità, i respingimenti, il rifiuto, le chiusure. Ma così antipatiche che viene da pensare le abbia allevate Matteo Salvini. Mirano al 25% dei voti (quando diventeranno un partito). Ma, a occhio, regaleranno per reazione un paio di punti alla Lega. Barili pieni e urne vuote?

Le sardine - che poi non sono neppure tutte uguali, già s'intravedono i distinguo: sardine centriste, massimaliste, riformiste, ex grilline, islamiche, impegnate, impanate, in saor, le famose sarde allo zolfo di Leonardo Sciascia... - difendono tutti i diritti umani (diritto alla vita e alla dolce morte, alla libertà, al lavoro, all'educazione) ma nutrono qualche dubbio, legittimo peraltro, sulla libertà di parola. Dipende da chi parla.

Cosa pensino le Sardine della Destra, della Lega, dell'Italia salviniana, si è capito. L'odio, lo iodio, sotto'olio. Ora però bisogna capire - primo - cosa pensano della disoccupazione, il debito pubblico, la nazionalizzazione degli asset strategici, la riforma fiscale, la Tav, le politiche energetiche. E - secondo - cosa faranno da grandi. Sono piccole, immacolate, innocenti. Ma poi prima o poi si cresce. Meglio prepararsi.

Intanto, il programma delle sardine piace, anche perché è antidemocratico. Partecipazione forte e pensiero debole, non aprono a tutti, non accettano che tutti abbiamo diritto di parola, la pregiudiziale «anti» è fortissima: antifascista, antileghista, antiliberale... Comunque, i pesciolini sono bellissimi. Anche se ci sono cose - il dialogo con l'avversario politico - che a loro vanno strette.

Del resto, sono sardine.

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