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Il picchio-punk per sentirsi libere e moderne

Il picchio-punk per sentirsi libere e moderne

Spiazzare la realtà, osare il politicamente scorretto: la modernità per alcuni stilisti è ciò che in arte produce energia con opere scomode da calci nel fondoschiena. Lo fa da sempre uno dei più quotati artisti italiani come Maurizio Cattelan e lo mettono in pratica alcuni nomi della moda italiana che questa volta ha consacrato Rodolfo Paglialunga nuovo designer della collezione Jil Sander - ha ottenuto una standing ovation - e Massimo Giorgetti che ieri ha fatto sfilare per MSGM (Cattelan era tra i suoi ospiti) una libertà fatta di ossessioni. In particolare quella per gli uccelli descritta in Freedom , il romanzo di Franzen. Attinenza con gli uccelli impagliati di Cattelan? No davvero, perché Giorgetti ha creato la stampa di un picchio cattivello versione punk per trasferirla su cappottini e deliziosi abiti in duchesse di cotone avorio. Ma c'erano anche fringuelli, passerotti e colibrì trasformati in stampe geometriche su lunghi e volatili abiti da sera. «Ho usato la parola freedom in modo moderno» spiegava per presentare un'altra sua ossessione, quella per il lettering, con caratteri ricamati o trasportati in forma di macramè e di patch su organza e tulle. Un modo di spingere nel futuro l'attitudine street delle ragazze di oggi. Le quali trovano, come diceva Oscar Wilde, che l'unica cosa che valga la pena di fare, sia l'essere moderne. Magari imboccando la strada di un'eleganza atletica fatta di un'ottima relazione con il proprio corpo e di un innato amore per quel materiale che del tessuto del corpo ha lo stesso nome. «Ho pensato a una silhouette scattante e ho utilizzato molta pelle martellata iper-leggera» spiegava Gaia Trussardi prima di mandare in passerella una donna dalla femminilità agonistica sia quando fasciata nel tubino di pelle bordeaux sia quando calata nel tailleur pantalone in lurex rigato. L'aplomb è competitivo come quando il neoclassico si interfaccia con il punk, un incontro ravvicinato di terzo tipo che a Rocco Barocco ha permesso di tratteggiare lo stile di soavi imperatrici dei nostri giorni. «Il mio sguardo è modernista, il mix è al tempo stesso elegante e pop in bianco nero e oro» spiegava lo stilista. Tra le proposte più affascinanti, gli abiti da Paolina Bonaparte: candidi pepli contemporanei trattenuti sulla spalla da catene e teste di leone oro. La modernità insomma è rottura degli schemi e Laura Biagiotti ha guardato al «Manifesto della ricostruzione futurista dell'universo», ha preso un'opera di Giacomo Balla «Disegno per foulard» del 1925 e lo ha fatto diventare filo conduttore di lievi caftani in chiffon.

«I futurismo fu definito la caffeina d'Europa, così voglio che siano i miei modelli: proposte inattese per riagganciare la ripresa» commentava con ottimismo la stilista romana.

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