Piero della Francesca dall'oblio al mito

A Forlì la mostra su un gigante che ha rivoluzionato la pittura

Alessio Giannullo

«Nessuna religione ha espresso tanta bellezza come la nostra». Parola di Vittorio Sgarbi, che ha potuto (e voluto) mostrare in tv i capolavori di Piero della Francesca, Giotto, Schiavone e Caravaggio. E proprio Sgarbi ha visitato a Forlì, aprendola, la mostra «Piero della Francesca. Indagine su un mito», ospitata ai musei San Domenico di Forlì fino al 26 giugno. La mostra è stata realizzata dalla Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì, con Mapei come partner. L'evento contribuirà, con una percentuale sulla vendita dei biglietti, a sostenere i progetti di Fabbrica del Sorriso, iniziativa di Mediafriends in favore della ricerca, prevenzione e cura dei tumori infantili. La Fabbrica del Sorriso ha scelto di finanziare i progetti di quattro grandi associazioni: Ail (Associazione Italiana Contro le leucemie-linfomi e mieloma Onlus), Airc (Associazione Italiana per la ricerca sul cancro), Dynamo Camp e Ior (Istituto oncologico romagnolo Onlus) che, da anni, si occupano di ricerca, assistenza e sostegno dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Con i fondi assicurati dall'evento, Ior e Irst Irccs (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) potranno portare a compimento la creazione di un centro radioterapico di riferimento in Romagna anche per pazienti pediatrici. Per promuovere il percorso espositivo e far conoscere l'iniziativa benefica a un pubblico più vasto, da febbraio fino a fine giugno viene trasmesso su tutte le Reti Mediaset uno spot che evidenzia le aziende Partner che insieme hanno sposato l'iniziativa insieme a Mapei: Ima, Orto Mio e Fondazione Romagna Solidale.

Un percorso espositivo mai visto. Una mostra mai realizzata, quella di Forlì, indaga il mito di Piero dopo i secoli dell'oblio, la rinascita nel moderno e il fascino che ha esercitato su molti artisti europei nel corso dei secoli, quando l'oscuramento a favore di Michelangelo, Leonardo e Raffaello finì grazie all'attenzione di critici e artisti del diciannovesimo e soprattutto del ventesimo secolo, quando al maestro di Sansepolcro fu restituita una considerazione degna della sua opera rivoluzionaria. Il quadro più famoso in mostra è senz'altro la Madonna della Misericordia. Altre opere per la prima volta hanno lasciato la loro sede naturale. Il nucleo più consistente della mostra è quello riconducibile ai pittori della seconda metà dell'Ottocento e del Novecento, che contribuirono a rinverdire il mito di Piero: dai Macchiaioli a Seurat e Signac, a Degas e Cezanne, fino agli italiani Carrà, Casorati, De Chirico, Morandi, Funi, Sironi.

L'esposizione si chiude con le opere di due artisti più vicini, il francese Balthus e l'americano Edward Hopper, che suggellano l'intramontabile mito di Piero della Francesca, una volta restituitagli la rilevanza degna di uno dei padri del Rinascimento.

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