Sport

Piquet: a Singapore incidente voluto Ma Renault querela padre e figlio

La data della confessione è il 30 luglio. Il pilota racconta alla Fia la sua verità sull'incidente del 28 settembre 2008: "Mi hanno ordinato di andare a sbattere per favorire la vittoria della scuderia con Alonso". Ma Renault denuncia Piquet padre e figlio. Briatore furioso: "Non abbiamo organizzato alcun incidente, ci hanno ricattato, sono nel mirino"

Piquet: a Singapore incidente voluto 
Ma Renault querela padre e figlio

Monza - La data della confessione è il 30 luglio. A Parigi, davanti ai giudici della Federazione internazionale dell’automobile di place de la Concorde, Nelson Piquet Jr racconta in quattro pagine di verbale la sua verità su quanto è accaduto a Singapore, il 28 settembre 2008, nella prima gara in notturna della storia della Formula 1: "Mi hanno ordinato di andare a sbattere per favorire la vittoria della scuderia con Alonso". La Renault, che ufficialmente non fa commenti fino al 21 settembre quando il consiglio mondiale dello sport motoristico della Fia si riunirà a Parigi per esaminare il caso, respinge al mittente ogni accusa.

Il verbale dell'interrogatorio La Fia, per ottenere la confessione, avrebbe garantito l’impunità al pilota. Il verbale dell’interrogatorio è stato pubblicato integralmente oggi dal sito britannico F1SA ed è stato ripreso subito dai siti brasiliani e dai giornali di tutto il mondo. "Ero in uno stato d’animo molto vulnerabile, stavamo trattando il rinnovo del contratto nei giorni in cui si correva", racconta Piquet nel documento. "La proposta di provocare un incidente deliberatamente mi è stata fatta poco prima della gara - spiega il brasiliano - quando sono stato avvicinato da Briatore e Symonds (rispettivamente team principal e capo degli ingegneri, ndr). Quest’ultimo, alla presenza di Briatore, mi ha chiesto se ero disposto ’a sacrificare la mia gara per la scuderia, costringendo la Safety Car ad entrare in pista".

Il giallo dell'incidente Piquet sottolinea il motivo per cui ha accettato di provocare l’incidente, affermando: "Quando me lo hanno chiesto, ho pensato che ciò mi avrebbe aiutato nell’ambito del rinnovo del contratto (è stato sostituito dopo la gara di Budapest a fine luglio, ndr)". "Dopo il colloquio - continua il pilota - Symonds mi ha chiamato in un angolo e mi ha mostrato una mappa, appunto la curva esatta dove io avrei dovuto uscire di pista. E mi ha anche indicato il giro in cui avrei dovuto farlo, affinchè il mio compagno di squadra Fernando Alonso potesse rifornirsi ai box, dopo l’entrata della Safety Car, cosa che ha fatto al 12/o giro".

Alonso all'oscuro di tutto Alonso, che secondo la ricostruzione della rivista specializzata inglese Autosport era all’oscuro di tutto, è incredulo alle parole di Piquet. "Sono sorpreso, molto sorpreso", ha ripetuto. "Non riesco ad immaginare questa situazione - ha detto l’asturiano - Sono sorpreso e non voglio perdere altro tempo su questo argomento. Penso alla prossima gara". La vicenda non muta i suoi rapporti all’interno del team, ed in particolare con Briatore: "È sempre stato un capo corretto con me. È il capo ed è un amico. Penso sia una bravissima persona, può contare sul mio appoggio". Pur con il silenzio stampa, qualche frase è scappata in casa Renault. "C’è stata una conversazione nella quale si è parlato anche di un possibile incidente che avrebbe fatto entrare in pista la safety car: l’idea è stata del brasiliano" avrebbe commentato Symonds ai giornalisti inglesi. Briatore, invece, pur non smentendo il fatto di avere parlato con il pilota e l’ingegnere prima del via, avrebbe puntualizzato: "Piquet era molto fragile a livello psicologico in quel periodo. Quando c’è stato l’incidente me la sono presa, come si può sentire nelle registrazioni radio".

Le accuse di Barrichello Durissimo il pilota della Brawn GP Rubens Barrichello. "Se ha fatto questo, non merita di stare nel mondo dello sport", ha commentato ai microfoni di Tv Sport e Globo. "Nelsinho è sempre stato una persona che ha avuto rispetto per me - ha detto l’ex ferrarista arrivato sul circuito di Monza vestito con la maglia del Corinthians, sua squadra del cuore - nonostante i problemi che ho avuto con suo padre. Anche io avevo rispetto per lui, ma se ha fatto questo non merita più di stare qui".

La Renault denuncia Piquet padre e figlio La Renault ha presentato una denuncia per tentata estorsione al Tribunale di Parigi contro Nelson Piquet Junior e suo padre Nelson Piquet. La decisione è stata annunciata in un comunicato. "La Fia ha annunciato di aver convocato una riunione straordinaria del Consiglio Mondiale per il 21 settembre", spiega la Renault in un comunicato nel quale definisce "false" le accuse e parla di un "tentativo di estorsione per consentire a Piquet jr di restare al volante per il resto della stagione 2009". Un’analoga denuncia è stata presentata anche in Gran Bretagna.

Mosley: Renault innocente fino a prova contraria Il presidente della Federazione Internazionale dell’Automobilismo Max Mosley considera la Renault innocente fino a prova contraria nel caso Singapore. "Dobbiamo ancora ricevere la difesa della Renault - ha detto - non possiamo dire nulla fino al 21 settembre (giorno previsto per la riunione del Consiglio Mondiale Fia, ndr). Dobbiamo sentire entrambe le parti in causa. Dobbiamo vedere come stanno le cose e agire in maniera appropriata". Il numero uno della Fia ha sottolineato come per la Renault e il suo team manager Flavio Briatore valga la presunzione di innocenza. Riguardo al fatto che alcuni interpretino l’apertura di un’inchiesta sulla vicenda da parte della Fia come una mossa di Mosley per colpire Briatore, lo stesso Mosley ha risposto: "È completamente senza senso, ho un rapporto amichevole con Briatore e alcuni giorni fa abbiamo pranzato assieme". Alla domanda se ritenga possibile quanto raccontato da Nelson Piquet junior, protagonista del presunto incidente volontario, il presidente della Fia ha replicato: "Tutto è possibile, ma dobbiamo esaminare per intero i fatti".

Briatore furioso: ci hanno ricattato, sono nel mirino "Ci hanno ricattato e quindi li abbiamo denunciati penalmente. Abbiamo le prove", Flavio Briatore è furibondo con i Piquet. "Non abbiamo organizzato nessun incidente a Singapore - dice - quello che è stato detto è molto grave. Quando a luglio abbiamo sentito le illazioni su questa vicenda ho subito scritto a Nelson Piquet Senior. Non abbiamo mai avuto nulla da nascondere". Il 21 settembre ci sarà il consiglio mondiale dello sport motoristico della Fia su questa vicenda. "Confidiamo che sia imparziale - commenta Briatore - abbiamo prove evidenti che porteremo al consiglio. Noi siamo molto tranquilli per quello che abbiamo fatto". Briatore è sorpreso del processo a senso unico già svolto sui giornali. "Mi ha sorpreso - commenta - il clamore che c’è stato in questi giorni su una cosa che si doveva mantenere nei limiti della segretezza. Noi abbiamo rispettato quello che la federazione ci ha chiesto. Invece - aggiunge - quello che è uscito ci rende subito colpevoli perchè c’è solo una parte della storia. È imbarazzante. Mette alla gogna un team che è convinto di avere nulla di sbagliato. Ci sono 700 persone che lavorano con grande rispetto. È una cosa indegna". Alla domanda se si sente nel mirino di una ipoteca vendetta legata suoi atteggiamenti molto critici sul futuro della Formula 1 durante l’inverno, Briatore risponde: "Io non dico niente, Siete voi - rivolgendosi ai giornalisti - che dovete giudicarlo. Noi eravamo gli unici a non avere interesse a fare arrivare sulla stampa certe cose. Io nel mirino? In Formula 1 ti puoi sempre sentire nel mirino quando cerchi di fare delle cose che possono migliorare il futuro di questo sport. La mia preoccupazione non è su di me.

È sulla gente del team che non merita di essere trattata in questo modo".

Commenti