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Pisa, aereo caduto: le scatole nere ai pm

Sono a disposizione dei magistrati pisani le scatole nere e i colloqui con la torre di controllo del C-130J militare precipitato ieri. Il ministro della Difesa La Russa incontra le famiglie delle vittime e ai militari dice: "Siete la parte migliore del Paese"

Pisa, aereo caduto:  
le scatole nere ai pm

Pisa - Sono già a disposizione dei magistrati pisani le scatole nere del C-130J precipitato ieri a Pisa durante un volo di addestramento della 46ª Brigata aerea dell’Aeronautica militare: cinque le vittime, 3 piloti e 2 assistenti al carico. Le scatole nere sono due: in una sono registrate le voci dell’equipaggio, l’altra registra le diagnosi tecniche dell’aereo. Ancora non è certo quando sarà allestita la camera ardente, per la quale è stato scelto il tempio di Kindu, una cappella che si trova davanti alla base pisana e che ricorda i caduti della 46ª Brigata aerea. Per l’allestimento della camera ardente serve il via libera alle salme da parte degli investigatori.

Dialoghi con la torre di controllo "Oltre alle due scatole nere abbiamo acquisito anche la conversazione tra la torre di controllo e l’aereo, anche se ora dovremo ascoltarla per conoscerne il contenuto", ha detto il procuratore di Pisa Ugo Adinolfi, illustrando la prima fase dell’indagine. "Abbiamo sequestrato - ha aggiunto Adinolfi, che ha affidato l’inchiesta al sostituto Aldo Mantovani - l’intera area nella quale si sono sparsi i resti dell’aereo precipitato. Adesso dovremmo repertarli tutti e custodirli in un hangar della 46/a brigata aerea per sottoporli ad accurate verifiche tecniche". Il magistrato ha aggiunto: "Cercheremo di mettere insieme tutte le informazioni che raccoglieremo dalle scatole nere, dalla conversazione tra la torre di controllo e i piloti e dalle testimonianze di coloro che hanno visto l’incidente. Naturalmente verificheremo anche tutti gli standard di sicurezza dell’aereo stesso, anche se risulta che avesse appena effettuato la manutenzione senza evidenziare particolare anomalie". Adinolfi ha raccontato ciò che ha visto quando si è recato sul posto: "Almeno tre cadaveri - ha concluso - si trovavano sui binari ed erano legati con le cinture si sicurezza alle poltroncine dell’aereo".

Cause del disastro ancora oscure Secondo una primissima ipotesi, che dovrà essere vagliata con le risultanze delle scatole nere e delle altre indagini, al momento dell’incidente alle cloche c’era il comandante Bruno Cavezzana, mentre copilota in addestramento era Gianluca Minichino. Il responsabile dei rapporti con la stampa Giorgio Mattia, sottolineando che a momento si tratta di ricostruzioni non verificate, l’altro allievo Salvatore Bidello sarebbe stato sul terzo sedile, mentre i due sottufficiali Maurizio Ton e Gianluca Larice, responsabili del carico, si sarebbero trovati nel cargo. Mattia ha poi spiegato che gli addestramenti sono stati sospesi ma che l’attività della base continua, anche con la missione umanitaria "Ridare la luce" che consiste nel trasportare a Mali oculisti dell’aeronautica e del Fatebenefratelli. Mattia ha poi sottolineato come ancora non siano state individuate le cause dell’incidente e, quindi, se si sia trattato di un guasto tecnico o di errore umano.

La Russa incontra le famiglie delle vittime
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, è giunto stamani a Pisa per incontrare le famiglie delle cinque vittime dell’incidente avvenuto ieri durante un volo di addestramento di un velivolo della 46ª Brigata aerea aerea dell’ Aeronautica militare. Ad accogliere il ministro all’aeroporto c’erano il vicesindaco di Pisa Paolo Ghezzi, il prefetto Benedetto Basile, il presidente della Provincia Andrea Pieroni, e gli onorevoli Paolo Fontanelli e Maria Grazia Gatti.

Ai militari: siete la parte migliore del Paese "Parlando a voi sento l’orgoglio di parlare alla parte migliore della Nazione, a chi antepone la propria vita al servizio a cui è chiamato", ha detto la difesa Ignazio La Russa parlando ai militari della 46/a brigata aerea dell’Aeronautica di stanza a Pisa, dopo aver incontrato i familiari delle 5 vittime dell’incidente avvenuto ieri durante un volo di addestramento. Davanti alle autorità civili e militari e ai militari schierati, il ministro ha definito l’incontro "un simbolico abbraccio mio e vostro alle famiglie di quei ragazzi, di quegli uomini che adesso sono insieme agli altri caduti delle Forze armate: sono nella nostra memoria, sono con noi presenti". Parlando poi con i giornalisti il ministro ha ricordato che le vittime "hanno perso la vita mentre si addestravano per poter rispondere pienamente alle esigenze che l’Italia chiedeva loro di assolvere anche lontano dalla Patria. Questo è un altro profondo dolore, non c’è gradazione di dolore fra chi è caduto in zona di combattimento e chi ha dato la propria vita mentre si addestrava". La Russa, riferendosi al suo incontro con i familiari, ha aggiunto: «Non è la prima volta che mi sorprende la dignità delle sorelle, delle mogli di tutti i parenti di chi dà la vita nell’assolvimento del proprio dovere. La consapevolezza insieme al profondo dolore dei genitori, nello stesso tempo riempie d’orgoglio ma anche di sgomento. Tutte le volte si spera che sia l’ultima". Il ministro ha infine detto che quanto accaduto sarà accertato dall’inchiesta: "Io so - ha spiegato - che si tratta di una fase di addestramento molto avanzata e che può essere successo qualunque cosa, da un problema tecnico a una non perfetta sincronia fra i due piloti, che erano sicuramente persone molto esperte.

In questi casi a me interessa poco andare a scoprire ragioni; quello che è sicuro è che anche loro hanno dato la vita e la dedizione al loro servizio, per l’attaccamento alle Forze armate e alla Patria".

 

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