Pisapia spunta al congresso della sinistra nemica del Pd

Alberto Giannoni

Torna Pisapia. Torna in una serata del congresso di Sinistra italiana, la «cosa» che è nata fra la Sinistra, ecologia e libertà del dopo Nichi Vendola e gli spezzoni scissionisti del Pd. Fra un confronto conMaurizio Landini e un'intervista all'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida, uno degli appuntamenti che gli organizzatori segnalano all'assise aperta dal 1° al 4 settembre, è (alle 21 di venerdì) «Gli esclusi d'Europa: la sinistra, la democrazia, il cambiamento» con Nicola Fratoianni, Roberto Speranza e appunto Pisapia.

Qualcuno profetizzava per lui un destino da leader politico nazionale. Capo della sinistra del centrosinistra oppure alternativa a Matteo Renzi in uno scenario di rottura. In un momento di breve idillio con l'attuale premer lo si pensava come possibile ministro della Giustizia. Poi ancora giudice della Corte costituzionale. D'altra parte, si può riconoscere che (al di là dei gusti politici) i numeri Giuliano Pisapia ce li avrebbe. Cultura, esperienza, estrazione, una certa dose di carisma e una personalità che, per estrazione e orientamenti politici, gli consente di poter parlare con la stessa naturalezza in un centro sociale o in un club esclusivo del centro di Milano. Chi lo conosce e lo stima dice proprio così. Però giura anche che l'ex sindaco di Milano non ha mai voluto diventare un protagonista della sinistra nazionale. I suoi rapporti con Sel, poi, sono sempre stati piuttosto incerti. Pisapia d'altra parte era un indipendente anche in Rifondazione comunista e per lunghi tratti del suo mandato è sembrato estraneo anche al partito di Vendola. Pisapia, come noto, non ha voluto tentare il bis in Comune. Ora si vedrà se è stato un passo indietro dalla politica in generale.

O se gli è venuta voglia di prendere per mano questa nuova «cosa rossa».

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