Cultura e Spettacoli

Pittura, quel Carracci che non va a Parigi per questioni d'eredità

«La fuga in Egitto», il capolavoro del maestro
del Seicento non può essere esposto a Parigi
in una mostra sul paesaggio. Il dipinto,
che fa parte di una delle maggiori collezioni
private italiane, è al centro della controversia
fra i figli di Orietta Doria Panphilj

Il «Paesaggio con la fuga in Egitto», celebre dipinto di Annibale Carracci, non potrà figurare nella grande mostra che si apre mercoledì prossimo nelle gallerie del Gran Palais di Parigi. Il pezzo forte dell'esposizione, intitolata «Natura e ideale, il paesaggio a Roma, 1600-1650», appartenente alla nobile famiglia romana dei Doria Pamphilj non può lasciare l'Italia a causa della guerra tra i due eredi, Gesine, 46 anni, e Jonathan, 47 anni. Questo gioiello lungo oltre due metri, pietra miliare e archetipo della pittura di paesaggio del Seicento a Roma, preso a modello dagli artisti successivi come Nicolas Poussin e Claude Lorrain - così come tutti i pezzi della collezione, tra cui il grande ritratto di papa Innocenzo X di Velasquez e le opere di Tiziano e di Raffaello - non potrà lasciare le mura della nobile dimora romana fino a quando il tribunale non avrà deciso sulla querelle che separa i due fratelli, figli adottivi di Orietta Doria Pamphilj. In ballo c'è una delle più grandi collezioni d'arte al mondo.
Tutto è cominciato tre anni fa quando Gesine, che ha quattro figli, ha avviato un'azione giudiziaria volta a «contestare la paternità» del fratello e a privare di conseguenza i suoi pargoli dell'eredità. Jonathan, omosessuale dichiarato, ha avuto i suoi due bambini, Emily e Andrea Filippo, con la procedura dell'utero in affitto da due donne, una in Kansas e l'altra in Ucraina. La legge italiana però non riconosce questo tipo di fecondazione e nulla, in teoria, potrebbe impedire alle madri di Emily e Andrea Filippo di reclamare i propri figli oltre che la loro parte di eredità.
Per Gesine non si tratta di un giudizio morale, ma solo di restare fedele al testamento della madre che ha disposto che la collezione non sia dispersa.
La notizia è arrivata come una doccia fredda, e solo pochi giorni fa, al museo parigino. «Non si tratta di una polemica ma di una questione giuridica - spiega il servizio stampa della Riunione dei musei nazionali di Francia che si occupa della mostra -. Credevamo che le cose si sarebbero aggiustate visto che la Galleria Doria Pamphilj aveva dato in principio il suo accordo al prestito del Carracci». E gli organizzatori assicurano: «L'assenza di quest'opera non nuoce alla qualità dell'esposizione. Non è presente ma ne fa comunque parte».
In mostra ci saranno oltre 80 dipinti e una trentina di disegni, tra cui opere di Lorrain e Poussin, e Adam Elsheimer, Pieter Paul Rubens, Paul Bril, Gaspard Dughet. E ovviamente ci saranno altri Carracci, «ma non il suo più bello e grande paesaggio», infierisce il quotidiano «Le Monde».


Ora, ai tecnici che stanno ultimando l'allestimento dell'esposizione, scrive ancora il giornale, «non resta che fare qualche modifica per dissimulare l'assenza della "Fuga in Egitto"».

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