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Pluralismo in Rai, conduttori a targhe alterne Santoro sulle barricate: "Siamo al Minculpop"

Nella nuova bozza Pdl sul pluralismo, è stata inserita l'alternanza di settimana in settimana tra conduttori con diversa formazione culturale e che vanno in onda nelle fasce migliori del palinsesto. Il relatore Butti: "Occupare le serate di martedì e giovedì è diventata un vantaggio di certi conduttori"

Pluralismo in Rai, conduttori a targhe alterne 
Santoro sulle barricate: "Siamo al Minculpop"

Roma - L’alternanza di settimana in settimana tra conduttori di talk show, con diversa formazione culturale, che vanno in onda nelle fasce migliori del palinsesto è prevista nel nuovo testo di atto di indirizzo sul pluralismo presentato dal Pdl. Il relatore di maggioranza Alessio Butti, nell’illustrare in Vigilanza la bozza rielaborata, ha spiegato che l’occupare sempre le serate di martedì e giovedì "è diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori". Immediata la reazione del conduttore di Annozero, Michele Santoro: "Siamo al Minculpop, ma con gerarchi che assomigliano alle caricature dei fascisti".

Una proposta per riequilibrare il pluralismo Tenuto conto dell’attuale distribuzione durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni che concentrano nella prima serata del martedì e del giovedì i programmi più importanti di approfondimento politico, il Pdl ha invitato la Rai a valutare l’opportunità di sperimentare l’apertura di altri spazi informativi e di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale. Lo scopo è "evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell’informazione rispetto ad altri".

Una bozza per "rasserenare il clima" Per Butti, "la nuova stesura dell’atto di indirizzo è un contributo a rasserenare il clima, mantenendo i concetti fondamentali e costruendoli in un altro modo". Butti ha spiegato che "sono state decise a seguito delle osservazioni provenienti dagli altri commissar". E' stata modificata la norma sul divieto per i talk show di riproporre lo stesso tema nell’arco di otto giorni, trasformata ora nell’alternanza settimanale dei conduttori il martedì e il giovedì. "Abbiamo letto sui giornali che volevamo far ricorso al sorteggio per decidere i temi dei talk show - ha continuato Butti - Non è così. Il punto è che le fasce migliori non possono essere occupate sempre dagli stessi conduttori. Non sempre è il conduttore o il format ad incidere sugli ascolti, ma la fascia che si occupa".

La responsabilità dei conduttori Modificata anche la norma sulla responsabilità dei conduttori, in l’opposizione vede riferimenti alle vicende della conduttrice di Report, Milena Gabanelli. Nella prima versione si prevedeva che "il conduttore è sempre responsabile dell’attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie, sollevando la Rai da reponsabilità civili e penali". Ora si stabilisce che "sollevando l’azienda da reponsabilità civili e penali, qualora, come già accaduto, non si giunga a formalizzare un accordo con il conduttore, la Rai provveda comunque a stipulare contratti in cui sia individuata con chiarezza la responsabilità del conduttore e le relative sanzioni in ordine all’attendibilità e alla qualità delle notizie diffuse". Butti è intervenuto con altre modifiche sulla rappresentanza proporzionale dei partiti, sulla presenza del pubblico in studio, sul televoto e sulla "diversa estrazione culturale" dei conduttori, diventata "diversa formazione culturale".

Santoro sulle barricate Il conduttore di Annozero si mette subito di traverso. Non vuole intromissioni. Non vuole una Rai pluralista. E così si scaglia contro il governo che, invece, sta cercando di garantire alla Rai una maggiore scelta. "Ma di che cosa meravigliarsi? - si chiede il conduttore di Annozero - viviamo in  un paese in cui una commissione parlamentare di vigilanza nomina il consiglio d’amministrazione della Rai". Non solo. Per Santoro, "la maggioranza di governo, dopo aver deciso i vertici della Rai e dopo aver schiacciato il servizio pubblico subordinandolo agli interessi personali del presidente del Consiglio, pretende di organizzare direttamente anche il palinsesto".

L'appello di Zavoli Una bacchettata inattesa ma decisa quella che è arrivata dal presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, nei confronti dell’opposizione in fatto di definizione dell'atto di indirizzo sul pluralismo nei telegiornali e nelle trasmissioni di approfondimento del servizio pubblico. Oggi, durante la riunione della commissione di Vigilanza, Zavoli si aspettava che dalla minoranza venissero eventuali emendamenti. Invece, c’è stato un dibattito che ha finito con allungare ancora i tempi, irritando Zavoli che in maniera netta ha preso posizione e accusato la minoranza di non contribuire alla ricerca di una soluzione condivisa. Zavoli ha parlato addirittura di "sgarro al parlamento". Zavoli ha sottolineato che suo impegno è "cercare un punto di convergenza", rilevando anche di aver trovato "passi avanti nel testo presentato oggi dal senatore Butti". Poi la sferzata: "Il silenzio di chi oggi è qui e non parla mi conferma il sospetto che non si voglia prendere una decisione, non si voglia una soluzione condivisa".

Gasparri: "L'opposizione ha l'orticaria" Il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, dà ragione Zavoli: "L’opposizione continua a fare ostruzionismo di maniera e non ha alcuna intenzione di andare avanti in tema di pluralismo". "Grazie al buon lavoro del senatore Butti - puntualizza Gasparri - la maggioranza si è mostrata nei fatti disponibile a modificare il testo, in discussione in commissione, per trovare una soluzione comune che garantisca un vero servizio pubblico in Rai".

Ma l’opposizione si rifiuta anche solo di leggere il testo, di valutarne i cambiamenti e di trovare un’intesa nell’interesse di tutti - conclude il presidente Pdl a Palazzo Madama - è evidente che hanno l’orticaria quando si parla di regole e di tutela del pluralismo".

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