Stile

Tra poco si torna a scuola Ecco come sopravvivere allo shopping con i bambini

Ci sono da acquistare zaini e quaderni, grembiuli e scarpe nuovi. Il decalogo degli esperti per mamme e papà

Alessandra Cioccarelli

Zainetti, stivaletti per la pioggia, quaderni, matite e chi più ne ha ne metta. Per tornare sui banchi di scuola la lista degli obblighi (o desideri) sembra non finire mai, fondamentale risulta quindi la collaborazione con i più piccoli. E i capricci? A sfatare il mito del bambino piagnucolone e allergico alle compere è l'indagine realizzata da Neinver, il 2° player europeo nel settore degli outlet in Italia presente con Castel Guelgo e Vicolungo The Style Outlets in collaborazione con l'Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani (ANPE). Concentrato soprattutto nel weekend per l'80% degli italiani, lo shopping viene vissuto da più del 40% come un momento per la famiglia, con punte del 47% da parte dei papà. Un'esperienza tutt'altro che disastrosa per i genitori se si pensa che il 73% fa acquisti con i figli nella maggior parte dei casi e il 30% addirittura non li fa mai senza. Cosa non può mancare quando si fa spese con i più piccoli? Tra i fattori primi in classifica ci sono parcheggio comodo (75%), aree gioco attrezzate (64%) e spazi per passeggiare all'aperto (47%). Non per niente il 40% degli intervistati vede negli outlet il luogo privilegiato per gli acquisti. A dichiararsi soddisfatti dello shopping con i bambini sono il 78% dei genitori, mentre solo un esiguo 3% alza bandiera bianca di fronte a lacrime e lunghi bronci. Il maggiore problema a dichiaralo è il 44% - è piuttosto la noia: quando i piccoli si stancano, riuscire a gestirli non è semplice. Ad aiutare i genitori è un pratico decalogo di pillole educative redatto dall'ANPE per mamme e papà di bambini dai 3 ai 9 anni. Il primo consiglio è evitare di fare shopping se i bambini o i genitori sono stanchi: i primi saranno meno agitati e i secondi più pazienti. Indispensabile è poi giocare d'anticipo; per evitare brutte sorprese ai più piccoli, meglio mettere in chiaro subito dove si andrà e cosa si farà, nonché dare alcune piccole e semplici regole. Qualche esempio? Si cammina accanto ai genitori e si chiede loro il permesso per vedere un oggetto, quando si entra e si esce dai negozi si saluta sempre. Naturalmente perché le regole siano prese sul serio, l'adulto deve mostrarsi coerente e dare il buon esempio. Il gioco viene acquistato solo se concordato, a niente valgono lacrime di coccodrillo e scene disperate. Quando lo shopping si preannuncia piuttosto lunghetto, meglio prevedere anche momenti di svago e divertimento. Si può pensare a una buona merenda che spezzi il momento degli acquisti o una pausa al parco giochi per permettere ai bambini di correre e muoversi in libertà. Un'ottima idea è anche quella di portarsi dietro un alleato scaccia-noia, un peluche o gioco da tirare fuori al bisogno. Anche il momento dello shopping può avere insomma una valenza educativa positiva, specialmente se i bambini vengono interpellati per pareri e suggerimenti. Quelli più grandicelli possono essere coinvolti anche in azioni semplici e quotidiane come pagare o ricevere un resto. Una buona occasione questa per confrontarsi fin da piccoli con il valore del denaro.

Lo shopping del resto non è altro che un'opportunità in più di trascorrere il tempo libero con i genitori, fare nuove esperienze e acquistare, perché no, anche autostima.

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