Pogorelich in concerto per i vent’anni del Conservatorio

Il maestro Claudio Abbado lo considera un’ottima palestra per le promesse della musica. Lo ha infatti indicato come modello per la formazione musicale. Non poteva esserci credenziale migliore per il Conservatorio della Svizzera Italiana, una giovane scuola che proprio quest’anno festeggia i suoi primi vent’anni. Un arco di tempo in cui tanti allievi hanno frequentato le aule in via Soldino 9, a Lugano. Alcuni sono stati reclutati dall’«Orchestra giovanile Mahler», diretta da Abbado, che ha avuto modo di rendersi conto personalmente della loro preparazione.
La formazione impartita al Conservatorio, tra l’altro, è salita di livello: l’istituto è stato riconosciuto scuola universitaria proprio allo scadere del ventesimo anno di vita. Un traguardo, quest’ultimo, che verrà sottolineato con una serie di concerti in programma a partire da venerdì prossimo fino al 10 dicembre.
Il clou dei festeggiamenti sarà l’appuntamento del 9 dicembre, dove nell’aula magna del Conservatorio si esibirà Ivo Pogorelich, che eseguirà pagine di Chopin, Skriabin e Rachmaninov. Una scelta non casuale quella di chiamare il pianista serbo. Pogorelich ha un profondo legame con Lugano, dove ha preso la residenza l’estate scorsa. Da luganese darà così il suo contributo alla vita musicale della città. Il 9 e il 10 dicembre, poi, l’orchestra della scuola universitaria terrà due concerti al Conservatorio e nella Chiesa di San Francesco a Locarno.
L’istituto ha aperto nel 1985 come Accademia di musica. Da allora ha lavorato per accrescere la qualità dell’insegnamento. Nel 1988 è arrivato il riconoscimento dei diplomi a livello federale. Nel 2000 è stato riconosciuto come scuola universitaria, ma in modo provvisorio. A distanza di cinque anni ha ottenuto il titolo definitivo, avendo soddisfatto tutti i parametri necessari, tra cui il rinnovo del parco strumenti, la creazione di una biblioteca, l’istituzione di un dipartimento di ricerca e sviluppo e di un centro di competenza per lo studio della musica contemporanea.
Attualmente sono 150 gli studenti universitari in arrivo da ogni angolo del mondo: Nord e Sud America, Giappone, Corea, Australia e naturalmente da tutta Europa. Ma perché gli allievi stranieri scelgono proprio Lugano? Qual è il metodo di insegnamento luganese, apprezzato dal maestro Abbado? «La qualità – dice Roberto Valtancoli, membro della direzione – è garantita dagli insegnanti di fama internazionale che attirano gli studenti stranieri. Abbiamo anche allievi da tutta l’Italia».
Il violista Bruno Giuranna, i violinisti Massimo Quarta e Carlo Chiarappa, il violoncellista Robert Cohen e la direttrice d’orchestra Denise Fedeli sono alcuni dei musicisti che compongono il corpo docente. Gli studenti universitari sono 150, 25 seguono corsi di post-formazione e 1.300 il percorso pre-professionale.
«Il nostro Conservatorio – afferma Valtancoli – è molto giovane, oltre a essere una piccola realtà. Vogliamo essere una scuola d’élite, di nicchia. Tra l’altro le ridotte dimensioni comportano anche dei vantaggi.

Consentono una maggiore flessibilità: è praticamente come un terreno vergine, dove è possibile sperimentare maggiormente».

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