Politica

La polemica Un successo tira l’altro

L'unico in giro fino all'ultimo sabato di marzo è volato in Argentina al polso di Belen, ma il braccialetto Cruciani C con sei farfalle di pizzo macramè ne ha già combinate di tutti i colori. «È bastato parlarne per ricevere 175 mila ordini in meno di una settimana: manco la Apple ottiene risultati del genere con i tempi che corrono» dice Luca Caprai, fondatore del marchio Cruciani specializzato in cashmere d'altissimo livello oltre che inventore di un fenomeno paragonabile solo allo Swatch. I fatti sono noti. La scorsa estate nel negozio Cruciani di Forte dei Marmi arrivano dei braccialettini con sette quadrifogli in pizzo che fanno subito scalpore. «Per due mesi - racconta Caprai - abbiamo avuto code chilometriche davanti alla boutique. La voce si è sparsa oltre i confini nazionali e dai primi di luglio a fine dicembre abbiamo venduto un milione e 200 mila pezzi fatturando quattro milioni di Euro. Nei primi dieci giorni del 2012 ci erano già arrivati ordini per due milioni di braccialetti e richieste d'apertura di 600 negozi monomarca in giro per il mondo entro l'anno. Così abbiamo deciso di trasformare un'avventura estiva in un grande amore creando una divisione dedicata al marchio Cruciani C per cui riceviamo offerte multimilionarie anche se al momento la mia famiglia non vorrebbe cedere».
Fin qui tutto bene, poi scoppia il caso della farfallina di Belen sul palcoscenico dell'Ariston e pochi giorni dopo Caprai lancia il bracciale che in mezzo a tutto si chiama «Libertà» perché le farfalle, come ben sappiamo, volano libere e di conseguenza si posano dove gli pare. Sabato 17 marzo l'Adn Kronos annuncia che il tatuaggio di Belen diventa braccialetto e nel breve arco di una giornata Cruciani riceve a scatola chiusa 30 mila prenotazioni. Apriti cielo. Su internet esplode la polemica. Sunny scrive: «Stavo per comprare un Cruciani coi quadrifogli o eventualmente coi cuori... Ma leggendo di questa iniziativa cadono davvero le braccia, ispirarsi alla volgarità volta solo a fare ascolti televisivi é troppo lontano dal mio stile di vita e modo di pensare». Manuela Ferraro parla di «cattivo gusto per l'ispirazione e spocchia per l'iniziativa». Più articolato ma sempre molto bacchettone il commento di Rock n Mode che dice: «Il bracciale è anche carino, ma onestamente solo per il fatto di essere ispirato a una cretineria del genere non lo comprerei mai. Bye bye Cruciani...».
Come se questo non bastasse un noto ente scientifico chiede un contributo a Caprai per la ricerca contro i tumori e quando lui offre oltre a una cifra importante a titolo personale anche il primo braccialetto «Libertà» da mettere all'asta nel corso di una serata benefica, si sente dire «Ok per i soldi, ma il braccialetto di Belen proprio no». A questo punto l'imprenditore si arrabbia anche perché gli indignados non sanno che il disegno del modello con le farfalline è stato depositato alla Camera di commercio di Perugia lo scorso ottobre quando il malizioso tatuaggio della show girl argentina era noto solo agli intimi. L'imprenditore umbro puntualizza che i suoi braccialetti nascono dalla collezione museale con 24 mila reperti in pizzo e merletto dal 1500 ai giorni nostri raccolti dal padre, Arnaldo Caprai. «Abbiamo fatto le tende e la tovaglia d'altare della cappella Paolina, la tovaglia ricamata di 18 x 4,5 metri per il G 27 all'Aquila e il completo da letto del Papa: non si passa da tutto questo a un prodotto dal costo light solo perché vuoi fare il furbo». Sante parole. Infatti negli anni Sessanta Cori lanciò un celebre claim pubblicitario: «L'eleganza sulle ali di una farfalla».

Non basta un tatuaggio malizioso per cancellare tutto questo. O no?

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