Politica

Il patto dell'ebetino

È la prova generale per una nuova legge elettorale che sostituisca quella concordata tra il premier e Berlusconi? Può essere

Il patto dell'ebetino

Per Grillo, Matteo Renzi è «un ebetino», da ebete, cioè persona insulsa che agisce senza senso. Ormai è un refrain: ogni volta che il leader del Cinquestelle parla del premier lo definisce così: l'ebetino. Simpatico, no? Non sappiamo se e quanto il premier se la sia presa, certo l'offesa non è stata tale da impedire quello che potremmo chiamare il «patto dell'ebetino» (senza senso), primo accordo politico tra il Pd e i Cinquestelle.

Ieri infatti Renzi e Grillo si sono accordati per far eleggere insieme i loro rappresentanti per Csm e Consulta, tagliando fuori Forza Italia. È la prova generale per una nuova legge elettorale firmata dai due che sostituisca quella concordata tra il premier e Berlusconi? Può essere. Dal patto del Nazareno a quello dell'ebetino.

Normale? Non tanto, ma del resto in questa politica di normale c'è davvero poco. Vediamo. Abbiamo un Parlamento composto da signori non scelti dai cittadini ed eletto con una legge dichiarata incostituzionale; tale Parlamento di abusivi ha rieletto un presidente della Repubblica a tempo, violando due volte lo spirito dell'articolo 85 della Costituzione («Il presidente della Repubblica resta in carica 7 anni»); in tale Parlamento si è formata una maggioranza figlia del tradimento della volontà degli elettori di centrodestra (la scissione di Alfano); tale maggioranza truffaldina ha eletto coi voti di cittadini di destra un presidente del Consiglio di sinistra, Renzi; tale Renzi è a sua volta un abusivo, non essendo mai stato eletto; tale Renzi, inoltre, dice di avere in mano la maggioranza del Paese, ma non controlla neppure il gruppo parlamentare del suo partito, al punto di dover porre la fiducia ad ogni votazione; parte di tale partito, il Pd, sulle riforme ha chiesto aiuto a Silvio Berlusconi dopo averlo cacciato dal Senato solo un anno fa quando votò in modo retroattivo, e perciò illegale, la sua decadenza; tale signore, Berlusconi, dovrebbe contribuire a salvare la patria in condizione di libertà vigilata e limitata sia politicamente sia fisicamente in seguito a una sentenza politica. E, dulcis in fundo , Renzi tratta con i grillini dopo aver fatto fuori Bersani perché voleva governare con Grillo.

Parafrasando una famosa canzone di Angelo Branduardi sulla triste fine del topolino alla fiera dell'Est, e per riassumere, la situazione italiana è questa: «Alla fiera dell'Italia sperando in due soldi un partito mio padre votò: e venne Grillo, che incantò Renzi, che si mangiò Letta, che si comprò Alfano, che tradì Berlusconi, che fu tradito da Napolitano, che un Parlamento abusivo votò».

E poi ci chiediamo perché il Paese non riparte.

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