Politica

La strana mattanza sulla corsa al Colle

Dopo il ko della Pinotti, il caso Mafia Capitale colpisce altri candidati per il Quirinale: Veltroni e Finocchiaro

La strana mattanza sulla corsa al Colle

Roma - I bookmaker hanno già le quote sulle loro lavagne, ma le scommesse sulla corsa al Quirinale andrebbero sospese causa Roma gate . I nomi di alcuni dei personaggi in pole position per la poltrona di presidente della Repubblica che Giorgio Napolitano si appresta a lasciar libera puzzano già di bruciato per essere spuntati qua e là nell'inchiesta sul Mondo di mezzo che si è «magnato» Roma. Citazioni, sospetti, link con personaggi pesantemente coinvolti. Magari millanterie, di certo nulla di penalmente rilevante, ma un handicap forse incolmabile in una maratona per la quale bisogna avere fiato, pazienza e capacità di incassare i colpi bassi.

I cavalli azzoppati sono già tanti. La prima è stata Roberta Pinotti qualche settimana fa. Aveva una finestra con vista sul Quirinale ma la vicenda del passaggio avuto dal Falcon 50 del XXXI stormo dell'Aeronautica per andare da Roma alla sua Genova, l'ha chiusa bruscamente. E infatti non figura tra i nomi bancati da Paddy Power , bookmaker irlandese, come favoriti per il Colle. Però occhio: tra i meglio piazzati, dietro a Romano Prodi (dato a 8) e Stefano Rodotà (a 9), ci sono ben quattro personaggi tirati in ballo nel Roma gate : Emma Bonino (11), Walter Veltroni (11), Massimo D'Alema (17) e Anna Finocchiaro (26). È anche a loro che si riferisce Beppe Grillo quando dà la sua disponibilità ad accordi per il Quirinale: «Se viene indicata una persona né di destra né di sinistra ed è una persona perbene non c'è nessun problema, ma deve essere al di fuori di questo pantano».

Quello messo peggio è Veltroni. Il suo guaio si chiama Luca Odevaine, suo capo di gabinetto quando era sindaco, e uomo forte del «veltronismo», quella formula con cui si riassume una stagione della politica capitolina fatta di comunicazione, politicamente corretto, effimero, notti bianche e conti in rosso. Questo uomo pelato ed educato dal cognome impronunciabile, descritto da tutti come un funzionario efficiente e corretto, era il problem solver del sindaco, l'uomo delle emergenze. Ora è agli arresti con l'accusa di corruzione aggravata e Veltroni scrive a Repubblica parlando di «choc angoscioso e sconcertante». Probabilmente quello di vedere il Quirinale farsi sempre più piccolo.

Poi c'è la Finocchiaro. Donna volitiva e affascinante, con non pochi ammiratori anche a destra. La sua reputazione è sopravvissuta alla famosa spesa all'Ikea, con la scorta che si affaccendava a portarle le buste, ma non sembra attrezzata per resistere al sospetto di aver avuto contatti con Salvatore Buzzi, che in una intercettazione dice di averle chiesto notizie su un appalto sentendosi rispondere di lasciar perdere, «quella gara è già assegnata». «Io non ho mai incontrato né ho tanto meno parlato con questa persona, non so chi sia», replica la senatrice siciliana mentre con la manina fa ciao al Colle.

Più lieve la posizione di Emma Bonino, beneficiaria nel 2010 di un bonifico da 10mila euro ricevuto dalla cooperativa 29 Giugno per la sua campagna elettorale per le regionali. Una puntata a perdere per Buzzi, visto che sarà eletta governatrice la sua avversaria, Renata Polverini.

D'Alema invece spunta, come da noi riportato ieri, in una conversazione intercettata dal Ros circa un anno fa, come possibile destinatario di pressioni a proposito di un fumoso affaire legato alla costruzione della Nuvola di Massimiliano Fuksas all'Eur. Chi sarà il prossimo?

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