Politica

Ribaltone in Campania, De Mita col Pd

A sorpresa l'ex premier molla Caldoro e schiera l'Udc a favore dell'ex nemico De Luca

Ribaltone in Campania, De Mita col Pd

Roma - Ad un soffio dalla presentazione delle liste per le Regionali del 31 maggio, in Campania scoppia la bomba De Mita. Il vecchio ex presidente del Consiglio e segretario della Dc, oggi sindaco di Nusco e ras dell'Udc in regione, ha rotto con il centrodestra di Stefano Caldoro e si è schierato in extremis con l'ex acerrimo nemico Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e candidato Pd, che ebbe a definirlo tempo fa «il male assoluto». Un colpo a sorpresa di quelli che la politica meridionale non fa mai mancare. E una dura botta al governatore uscente, che perde un pezzo del suo potenziale elettorale. Lo schieramento centrista, che in Campania qualcosa conta, ora è frantumato: l'Udc con il centrosinistra, l'Ncd con Caldoro, i portatori di voti (assessori, consiglieri eccetera) un po' qui un po' lì. Ma anche nel Pd l'inedita alleanza suscita più di un mal di pancia, nonostante De Mita provenga dalla Margherita, uno dei due partiti fondatori del Pd, e sia stato spesso essenziale per il centrosinistra (nel 2006 furono i suoi voti, in Campania, a salvare Romano Prodi che rischiava di perdere Palazzo Chigi per un soffio). Tanto che la segretaria regionale del Pd in Campania, Assunta Tartaglione, è costretta a firmare una nota in cui prende le distanze dall'operazione: «Non potevamo mettere veti soprattutto su chi ha maturato scelte di apparentamento solo nelle ultime ore - aggiunge Tartaglione - ma dobbiamo sottolineare che queste scelte sono in netto contrasto con le nostre scelte».

Sta di fatto, però, che la candidatura di Vincenzo De Luca ora è più forte e competitiva nell'unica regione in palio (a parte il Veneto) ancora nelle mani del centrodestra. Caldoro attacca duramente: «Da oggi De Mita sarà il “padrino” politico di De Luca e lo accompagnerà per tutta la campagna elettorale con la mano sulla spalla». Quella di De Luca, aggiunge, è una mossa «mossa disperata: ha paura di perdere e tenta un'operazione propria della vecchia politica». De Luca replica alle accuse: «Non ho padroni né padrini. Sono un uomo libero e non ho fatto patti con nessuno». Ma per governare la Campania «occorre vincere, e per vincere occorre ampio consenso». Dunque, «abbiamo allargato al massimo le liste che appoggiano la mia candidatura. Abbiamo accettato il libero contributo di tutti coloro che sono persone per bene e condividono il mio programma». Il 31 maggio si vota in altre sei Regioni (e oltre mille Comuni), e centrodestra e centrosinistra hanno i loro problemi anche altrove. In Puglia la spaccatura dentro Forza Italia tra berlusconiani e fittiani porta il candidato Pd Emiliano a correre praticamente senza concorrenti. Ieri Fitto ha annunciato liste in ogni provincia, per togliere voti a Fi. Nelle Marche invece è il Pd a soffrire, per la rottura con il governatore uscente Spacca che punta a rendere i propri voti indispensabili per il governo e ad ottenere così una nuova poltrona. Sullo sfondo continuano i veleni nel Pd sull'Italicum.

Dopo l'affondo di Renzi («Enrico deve promuovere il suo libro»), Letta ha lanciato un'altra stoccata in una lettera alla Stampa , in cui ha parlato delle legge elettorale come una «vittoria sulle macerie».

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