Economia

"Se non tolgono le sanzioni saliamo sulle barricate"

Il sottosegretario Zanetti: "Sarebbe una scelta suicida per i cittadini colpiti"

Roma - Onorevole Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia e leader di Scelta Civica, è sorpreso dal comma 7 bis che prevede l'obbligo di giustifica per i prelievi bancomat degli autonomi?

«È una previsione normativa assolutamente sbagliata che non sarebbe mai dovuta finire nello schema di decreto. Per fortuna ci sono i pareri delle commissioni parlamentari e poi un ritorno in Consiglio dei ministri. Stiamo parlando, perciò, di una misura ben lungi dall'esser definitiva».

Che idea se n'è fatto?

«Accade spesso che in un provvedimento “scivoli” una norma originariamente non prevista, ma in questo caso si tratta di qualcosa di assolutamente irricevibile. Si ripropone, infatti, una misura che la Consulta aveva bollato come incostituzionale in quanto assimilava i prelevamenti da conto corrente non dettagliatamente giustificati a compensi non dichiarati. E noi che facciamo? Introduciamo una norma che applica una sanzione amministrativa dal 10 al 50% dell'importo prelevato».

Chi è il responsabile?

«La norma che aggira il dettato della Corte Costituzionale è stata proposta da ambienti riconducibili all'Agenzia delle Entrate, un istituto che è stato legittimamente “proattivo” nella proposizione normativa, ma che negli ultimi anni sta diventando “dispositivo”».

C'è un vuoto della politica?

«Questi provvedimenti normativi vengono inseriti nei decreti anche se non c'è nessuno che ne rivendichi la paternità a livello politico. Bisogna riequilibrare il rapporto tra un'istituzione fondamentale come l'Agenzia delle Entrate, che nessuno vuole depotenziare nelle funzioni di lotta all'evasione, ma che deve diventare secondaria nelle funzioni che non le sono proprie come la produzione e l'interpretazione delle norme. Come Scelta Civica abbiamo presentato un piano di riordino della macchina fiscale e lo abbiamo sottoposto pure al premier Renzi».

Usando il condizionale, la norma dovrebbe essere eliminata?

«Se restasse, resterebbe con il nostro parere contrario in commissione. Siamo pronti a fare le barricate e lo diciamo nell'interesse stesso del governo e della maggioranza. Sono norme suicide dal punto di vista del cittadino che ne è colpito e anche dal punto di vista politico».

Un dettaglio ancora ci sfugge. Che bisogno c'era di un altro meccanismo di polizia fiscale visto che ci sono già gli studi di settore e il redditometro a “colpire” gli autonomi?

«Nessuno. È tutta colpa dell'inazione della politica che non solo ha atteso che la Consulta intervenisse nel proprio ambito dimostrando mancanza di coraggio, ma si è anche vergognata della sentenza stessa permettendo che qualche genio di turno reintroducesse il meccanismo presuntivo sui prelevamenti. Capita a chi teme eventuali sollevazioni populistiche di coloro che considerano l'evasione fiscale il problema principale del Paese».

È pure una questione culturale?

«Anche tra i politici c'è qualcuno che ritiene quella norma molto utile, la ripropone e la inserisce nonostante pareri contrari come il nostro e l'assenza di una presa di posizione ufficiale da parte di un qualsiasi movimento. Il politico deve tornare a essere prim'attore, i tecnici fornire un supporto».

La sua determinazione fa ben sperare gli autonomi, ma non si tratta del primo incidente. Basti ricordare la riforma del catasto.

«Ho alzato la voce quando si voleva introdurre la norma del 3% (del fatturato per la punibilità del falso in bilancio ndr ). Vedrete che anche questa vicenda politicamente meno rilevante, ma fondamentale per i cittadini, andrà a finire sullo stesso modo».

Intanto, le partite Iva tremano per il nuovo regime dei minimi.

«Quelle scelte le faremo nella legge di Stabilità. La delega attiene alla semplificazione e non alla quantificazione del prelievo.

Resta il fatto che abbiamo perso tempo e lavorato meno bene di quello che si doveva».

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