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In 116 giorni i parlamentari ne hanno lavorati 19

Dal 4 marzo hanno solo riscosso. E il Cdm si è invece riunito 7 volte per varare due decreti

In 116 giorni i parlamentari ne hanno lavorati 19

Oltre tre mesi per la formazione del governo, altri venti giorni per le nomine dei sottosegretari e per la costituzione delle commissioni. Sette consigli dei ministri per appena due decreti varati. Se ogni legislatura ha il suo avvio lento, quella che ha aperto al Terza Repubblica ha battuto ogni record. E, nemmeno il tempo di iniziare, tra un mese scatteranno anche le ferie estive dei due rami del Parlamento: una pausa che l'anno scorso ha toccato punte di 39 giorni tra Camera e Senato, chiusi da agosto agli inizi di settembre.

A 116 giorni dalle elezioni del 4 marzo deputati e senatori hanno lavorato rispettivamente 19 giorni e 13 giorni, fatta eccezione per le commissioni speciali che si sono riunite durante la formazione dell'esecutivo per esaminare atti urgenti, di cui però facevano parte appena 80 parlamentari. Il consiglio dei ministri si è invece riunito sette volte, compreso ieri, la maggior parte delle quali senza produrre atti legislativi. Ora che invece dovrebbero, il condizionale è d'obbligo vista la produttività dei cdm, approdare all'ordine del giorno di palazzo Chigi decreti che poi dovranno passare al vaglio delle camere per la conversione in legge entro sessanta giorni, il Parlamento si prepara alle vacanze. Del resto anche le 28 commissioni permanenti - il cuore del processo legislativo dove nascono i disegni di legge, si esaminano atti, emendamenti, si approvano o bocciano i provvedimenti - che sono da poco state istituite lavorano a rilento, mentre le aule di Palazzo Madama e Montecitorio si riuniscono per lo più per interrogazioni e audizioni dei membri del governo. Senza dimenticare che le bicamerali, il Copasir e la Vigilanza Rai sono ancora in stallo, imbrigliate nel braccio di ferro delle presidenze da affidare alle opposizioni. Resta così un mese da qui ad agosto, quando l'esercito del trolley lascerà la Capitale alla volta delle vacanze, segnando sul calendario quasi tre mesi di inattività dei neoeletti. Eppure in questi mesi di immobilismo sono state respinte al mittente ed etichettate come boutade dal retrogusto populista, le riflessioni sull'opportunità per i parlamentari di intascare comunque lo stipendio di 12mila euro al mese. Ecco perché dopo la delibera sui vitalizi portata avanti da Roberto Fico, molti si aspettano che dal presidente della Camera arrivi un ulteriore segnale anti casta: nulla è ancora deciso ma si ipotizza che l'ufficio di presidenza di Montecitorio valuti di far proseguire i lavori anche ad agosto inoltrato, fino alla seconda settimana del mese, che arriva a venerdì 10.

Si arriverebbe alla vigilia di ferragosto, forse con qualche mal di pancia tra i parlamentari.

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