Il dubbio

Gli scandali dilaniano la politica e la religione

I molti scandali che tracimano dalle prime pagine dei giornali e dei quali parla la televisione tutte le sere sono l'ultimo paradosso italiano

Gli scandali dilaniano la politica e la religione

I molti scandali che tracimano dalle prime pagine dei giornali e dei quali parla la televisione tutte le sere sono l'ultimo paradosso italiano. Non servono a denunciare la corruzione e a moralizzare la vita politica e sociale, ma da mascheramento alle difficoltà di chi governa; fanno passare in secondo piano l'incapacità di Matteo Renzi come presidente del Consiglio e l'inadeguatezza del Papa. Persino la Chiesa - prendendo a prestito una abusata formula politica - parla di «complotto» nei confronti del Pontefice per mascherare le manchevolezze di un Papa che si rifugia sempre in un pauperismo ormai diventato un luogo comune.

Chi ricorda l'aristocratico Pio XII del dopoguerra oppositore del comunismo internazionale e favorevole alla collocazione dell'Italia nel mondo occidentale democratico-liberale, capitalista e di mercato; chi ha conosciuto il Papa polacco e ha condiviso il suo contribuito alla crisi del comunismo d'oltre cortina non può fare a meno di paragonarli a Papa Francesco, con pregiudizio dell'immagine di quest'ultimo. La Chiesa - che nel corso della sua millenaria storia si era sempre distinta per la perspicacia con la quale preparava la sua classe dirigente - rivela anch'essa la crisi che sta attraversando chi detiene il potere in questa epoca di transizione culturale e sociale da un mondo all'altro e le difficoltà di porvi rimedio. Siamo il Paese che più di ogni altro ne fa le spese. Abbiamo un capo di governo chiacchierone che promette, promette riforme, senza mai mantenere, e un Papa che incoraggia l'immigrazione acuendone le conseguenze negative economiche e sociali per gli italiani... Come era già accaduto più volte in passato, chi governa una qualche istituzione non sa che pesci pigliare e si limita a prendere passivamente atto dell'esistente. Insomma, siamo proprio messi male.

Non sono credente, al massimo sono un aspirante credente che ritiene laicamente il messaggio di Cristo la fonte morale e sociale del mondo moderno. Assisto allo sconcerto di molti credenti, allibiti dalle sortite di questo Papa. Evito di dire che ne penso, colpito dallo sconcerto di chi ancora gli crede, per evitare di mettere il dito nella piaga... Ma non nascondo che Papa Francesco non mi piace. Ho un'idea del Papa più alta di quella che Francesco esibisce volentieri. Considero il cristianesimo uno dei capisaldi sui quali si fonda la nostra società e mi spiace che anch'esso stia facendo la stessa fine di tutte le altre concezioni del mondo, dilaniato da scandali e lotte di potere. Continuo, perciò, a fare una netta distinzione fra il messaggio di Cristo e la Chiesa come istituzione, il primo figlio di un'idea salvifica; la seconda una sorta di partito politico divisa in correnti che si fanno spesso la guerra per le ambizioni personali dei cardinali, uomini come gli altri, con le debolezze di tutti, anche se investiti di una missione metafisica... Diffido, da liberale, di ogni potere, compreso quello religioso, e ritengo che solo l'equilibrio fra i poteri sia garanzia delle mie libertà. Non capisco, ma rispetto, chi continua a prestare fede a questo gesuita impegnato a distruggere la credibilità della Chiesa. Miracoli, evidentemente, della Fede. Ché solo la Grazia divina, per dirla con Sant'Agostino, produce e sostiene la Fede..

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