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Via 150 diplomatici russi Espulsioni anche alla Nato Mosca: "Ricatto degli Usa"

Il ministro degli esteri Lavrov: «Pressioni colossali da parte degli Stati Uniti. Reagiremo»

Via 150 diplomatici russi Espulsioni anche alla Nato Mosca: "Ricatto degli Usa"

Il caso Skripal sta scuotendo dalle fondamenta alleanze internazionali, generando un clima da Guerra Fredda. Ieri il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha utilizzato l'artiglieria pesante, affermando che la decisione presa da alcuni paesi occidentali di espellere i diplomatici russi non è altro che il risultato di colossali ricatti e pressioni da parte degli Stati Uniti. «Quando uno o due diplomatici vengono invitati a lasciare questo o quel paese, e ci sussurrano nelle orecchie le scuse, sappiamo per certo che questo è il risultato di pressioni e ricatti colossali da parte di Washington», ha riferito Lavrov all'agenzia stampa Tass, accusando anche Londra, colpevole di assumere «una posizione ipocrita e zeppa di pregiudizi».

Ricordiamo che l'avvelenamento di Sergei Skripal, agente doppiogiochista, condannato nel 2006 a 13 anni di carcere per aver passato identità di agenti russi al servizio segreto britannico dell'MI6, aveva spinto lunedì il presidente americano Trump a espellere 60 diplomatici russi e a chiudere il consolato di Mosca a Seattle. Tra i funzionari allontanati ci sarebbero almeno una dozzina di uomini dell'intelligence del Cremlino e altri che hanno prestato servizio presso le Nazioni Unite a New York.

Ricatto o meno ad oggi sono già 14 gli Stati membri dell'Ue ad aver deciso di rispedire a Mosca diplomatici russi: 150 in tutto. La notizia è stata ufficializzata dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha ricordato che «altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni e settimane». Tra i primi ad adottare il provvedimento ci sono Francia, Polonia e Germania e l'Italia che ha chiesto a due rappresentanti russi di abbandonare il nostro paese. Nelle ultime ore si aggiungono altri 13 espulsi dall'Ucraina, come ha ufficializzato il presidente Poroshenko, mentre Madrid potrebbe consegnare oggi a Putin una lista di «indesiderabili». La solidarietà verso Londra viene manifestata anche fuori dall'Ue. Il governo canadese infatti ha espulso 4 diplomatici, l'Albania due, e persino il governo senegalese si è attivato offrendo un biglietto di sola andata a Serghei Kryukov, responsabile dell'ambasciata di Dakar. Anche il governo neozelandese appoggia le misure adottate nei confronti della Russia, ma la premier Jacinda Arden ha rivelato che «non sono state individuate al momento persone che possano far parte dei servizi segreti di Mosca». La Nato, per bocca di Stoltenberg, ha fatto sapere di aver espulso 7 persone dello staff russo, annunciando di chiudere la porta a nuovi accrediti.

Il governo britannico non nasconde una certa euforia.

Il ministro della Difesa Gavin Williamson spiega che «la Russia non può violare impunemente le norme internazionali», mentre quello degli Esteri Boris Johnson parla di «straordinaria risposta internazionale» e considera le espulsioni di massa «la miglior difesa per la sicurezza britannica ed europea».

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