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Il 2017 è già nero per la Raggi con l'ombra del commissario

Il bilancio di Roma bocciato rischia di far saltare la sindaca. I conti devono quadrare entro il 28 febbraio

Il 2017 è già nero per la Raggi con l'ombra del commissario

Chissà se Virginia Raggi avrà letto le previsioni dell'oroscopo per il 2017. Alla sindaca del Movimento non restano che le Stelle. Tra i tanti motivi, invece, per proseguire sulla strada verso le stalle c'è il bilancio del Comune di Roma. Una spada di Damocle che pende sulla testa della Raggi, e potrebbe portare in dono, un commissario. Il nemico si chiama Oref. Dietro questa sigla si nasconde l' Organo di revisione economico-finanziaria del Campidoglio. L'organismo, formato da membri scelti a sorte tra i revisori contabili durante la reggenza di Francesco Paolo Tronca, ha bocciato il bilancio di previsione 2017-2019. Il motivo: la Giunta pentastellata ha sopravvalutato le entrate provenienti da multe e tasse, e ha preso sottogamba le spese future. In particolare è stato accantonato dalla Raggi il piano di rientro predisposto prima da Ignazio Marino e poi dal commissario prefettizio Tronca. Il piano consigliava la vendita delle partecipazioni del Comune, «razionalizzazione o alienazione delle società partecipate», ammonisce l'Oref. E invece niente. La deadline per l'approvazione del nuovo bilancio è prevista per il 28 febbraio, non si esclude però una proroga che potrebbe chiedere l'Anci, così da portare il termine dell'approvazione dei bilanci di previsione fino alla fine di marzo. Al Campidoglio, comunque, lavorano per consegnare tutto entro questi due mesi. Per rispettare la scadenza, durante le feste di Natale, «un momento difficile» come ha ammesso la stessa Raggi piangendo, nelle stanze del Comune di Roma si sono susseguiti gli incontri, formali e informali. La commissione Bilancio si è riunita il 23 dicembre, poi di nuovo il 27 dicembre. E nei capannelli, tra arresti e addobbi natalizi, si è fatto un gran parlare della questione bilancio. Il piano A, quello di cui parlano la sindaca e l'assessore al ramo Andrea Mazzillo è quello di «lavorare pancia a terra» così da far quadrare i conti. Mazzillo punta al riconoscimento dei 220 milioni di debiti fuori bilancio accumulati dalle precedenti amministrazioni. Fino a ora, però sono stati riconosciuti soltanto circa 100 milioni di debiti fuori bilancio, e come conferma lo stesso Mazzillo, c'è un'altra delibera che porterebbe al riconoscimento di ulteriori 12 milioni di debiti, ma «non ci sono stati i tempi tecnici per farla approvare in Consiglio». Non si disdegna nemmeno l'aiuto di Gentiloni. Il governo centrale, infatti, gestisce alcuni dei debiti dei sindaci che hanno preceduto Virginia Raggi e scarica sulle casse del Comune alcuni fondi prelevati dalle tasse dei cittadini. Così come l'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini, sempre durante questo Natale complicato, aveva minacciato il premier: «Se Gentiloni non ci dà i soldi, saremo costretti a chiudere la metropolitana». A piedi e senza soldi. Un tema, quello del Bilancio, che sarebbe stato affrontato pure da Grillo a Casaleggio nei vertici all'Hotel Forum. Ma, in caso di fallimento della strategia del «pancia a terra e lavorare», non si vedono piani B all'orizzonte. E l'ombra di un commissario che gestirebbe le disastrate finanze del Comune si fa sempre più pressante. L'arrivo di un commissario entro marzo sarebbe «la fine», ammettono tutti. Nel Movimento e non. Ecco la road map nel caso Roma non avesse un bilancio entro il 28 febbraio: Virginia Raggi sarà costretta a convocare la giunta per nominare un commissario. Se non sarà trovato un commissario dall'amministrazione, allora interverrà il prefetto. Una volta nominato questo commissario, ci sarà un mese di tempo per far approvare il bilancio dal consiglio comunale. Ma i veri problemi ci saranno se l'assemblea non riuscirà a dare il via libera al bilancio commissariale. A quel punto il prefetto potrebbe sciogliere il consiglio comunale, e Roma tornerà al voto.

Senza piano B.

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