Cronache

In 3.500 per un solo posto. Dal Sud alla Padania sul bus della speranza

In palio un'assunzione da infermiere. Minuto per minuto ecco la cronaca del viaggio sui pullman per precari

In 3.500 per un solo posto. Dal Sud alla Padania sul bus della speranza

Vabbè, chiamiamolo pure «mappatella tour »: «mappatella » inteso come cestino da viaggio (panino con frittata, birretta e banana) che si sono portati da casa; «tour » nel senso di avventuroso safari a caccia di un lavoro. Ma ora basta fare gli spiritosi. Perché questi sono combattenti che meritano l'onore delle armi. Gladiatori nell'arena della disoccupazione. In massa sono partiti lunedì sera da Puglia, Campania e Basilicata inseguendo il sogno di diventare infermieri. Anzi, infermiere. Considerato che il posto disponibile è solo 1 (uno!), mentre i candidati sono 3.375 (tremilatrecentosettantacinque!). Pazzesco.

Eppure eccoli qui, alle prime luci dell'alba, sul piazzale dell'autogrill di Vicenza Ovest, ultima tappa per fare pipì e bere un caffè prima di giungere alla destinazione finale, e fatale: il padiglione della fiera che ospita un concorso che ha il gusto beffardo della lotteria impossibile. Verrebbe voglia di strapparlo subito questa specie di mortificante «gratta e vinci» occupazionale. E invece i pullman della speranza continuano ad arrivare come le carovane del vecchio West. Un'intera notte di viaggio, trascorsa a masticare rabbia (oltre al panino con la frittata e la banana). Dieci-quindici ore accartocciati sul sedile del bus attraversando lo Stivale dal profondo sud al profondo nord. Nonostante ciò una ragazza ostenta ottimismo: «Tutto sommato qui siamo pochi... nel precedente concorso eravamo in 10mila». Scommesse destinata a trasformarsi in sconfitta. Una piccola vittoria l'ha invece ottenuta Giuseppe Stigli, lucano doc, che «grazie» alla follia tutta italica di mettere in piedi un esame nazionale per un solo posto di infermiere, si è inventato il servizio di autotrasporto «Concorsone Travel »: a bordo del suo pullmino porta a destinazione (andata e ritorno in giornata, biglietto 60 euro) aspiranti assunti impegnati in test e prove di selezione da Mondovì a Canicattì. Analoghe iniziative imprenditoriali, dai nomi pittoreschi come «Route 6...disoccupato!» e «Falce e forchetta », sono nate anche in altre regioni e vengono pubblicizzate con successo su Facebook . Trovare un posto libero è arduo. Anche il torpedone di Giuseppe è gettonatissimo, soprattutto per questa trasferta a Vicenza. Sulla corriera, specializzata in transumanza di meridionali nel regno padano, ieri c'erano una cinquantina di miei conterranei, o meglio, conterronei. L'appuntamento col signor Stigli è alle 7 davanti all'uscita ovest di Vicenza. Facciamo insieme l'ultimo tratto di strada che ci separa dalla sede del concorso monstre. Giuseppe arriva in perfetto orario, apre le porte e mi fa salire sul mezzo. Immediatamente scatta la carrambata. Molti passeggeri sono di Potenza (come il sottoscritto) e subito scopro che alcuni sono «mezzi parenti». Un cugino di terzo grado (da parte di madre) ce l'ha con i politici che parlano della riforma del mercato del lavoro «senza aver mai lavorato in vita loro». Interviene un altro mio presunto cugino, questa volta di quarto grado (ma da parte di padre) che comincia a sparare domande a raffica: «Ma vi sembra logico che migliaia di persone debbano rompersi i coglioni per partecipare a un concorso per un solo posto disponibile? Ma questo benedetto infermiere il Veneto non può prenderlo direttamente dalle liste di collocamento regionale? Quanto costa alle casse dello Stato mettere su una simile baracconata?». Quesiti tutti pertinenti. Certo è che i presunti esperti (politici, sindacalisti e opinionisti vari) se frequentassero qualche convegno in meno e qualche pullman del «mappatella tour » in più, avrebbero forse maggiori elementi per poter dare rispondere agli interrogativi-chiave del mio cugino alla lontana. Tra una chiacchiera e l'altra Giuseppe arriva a destinazione: i candidati scendono e si avviano alla fatidica prova. Giuseppe risale sul suo messo e, mentre andiamo a fare benzina, confessa: «Con i biglietti venduti oggi ho guadagnato mille euro, ma la metà se ne sono andati tra spese di autostrada e gasolio. Ma va bene così, sempre meglio di niente...». E poi tra una settimana a Padova, ci sarà un concorso fotocopia: anche li', come a Vicenza, in palio un posto da «collaboratore professionale sanitario di categoria D», previsto l'arrivo di altri 3.548 candidati.

Intanto il signor Giuseppe Stigli (quasi omonimo di Joseph Stiglitz, il premio Nobel per l'economia che l'altra sera ha fatto litigare Renzi e D'Alema sull'articolo 18) scalda di nuovo il motore.

Il suo pullman «Concorsone Travel », in un Paese come il nostro, non rimarrà mai parcheggiato in garage.

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