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Le imposte crescono il doppio dei salari

Lo studio della Cgia di Mestre: dal '95 redditi aumentati del 19%. Per le tasse impennata del 40%

Roma - Il reddito sale a piedi, le tasse prendono l'ascensore. Lo dice la Cgia di Mestre, che in uno studio pubblicato ieri ha messo a confronto la serie storica dei dati su reddito disponibile netto medio delle famiglie e prelievo fiscale medio a famiglia dal 1995 al 2013. Scoprendo che il primo è passato dai 33.251 euro a famiglia del 1995 (il dato è stato naturalmente convertito dalle lire) ai 39.588 euro dell'anno scorso, aumentando perciò del 19,1 per cento; mentre il prelievo fiscale è passato dai 10.917 euro del 1995 ai 15.329 euro del 2013, crescendo così del 40,4 per cento. Quindi le tasse sono aumentate di oltre il doppio delle nostre disponibilità. Non assomiglia affatto a una buona notizia.

Il dato può essere letto anche in questo modo: nel 1995 l'erario rosicchiava il 32,83 per cento dei nostri introiti, mentre oggi (anzi ieri), se ne pappa il 38,72 per cento. Messa così fa meno impressione ma forse è anche peggio.

Lo studio della Cgia di Mestre è come un film sugli zombie, più lo guardi e più mette paura. Fa impressione ad esempio scoprire che nel 2013 ogni famiglia ha guadagna 3mila euro in meno rispetto a sei anni prima, il 2007, quando il reddito medio disponibile toccò i 42.507 euro. Poi iniziò la crisi e, dopo un lieve aumento in folle nel 2008 (42.566 euro), il lento ma inesorabile svuotamento dei nostri portafogli.

Naturalmente meno soldi ai 26 milioni di famiglie vuol dire meno consumi: che infatti dall'ultimo anno di grazia 2007 al 2013 sono crollati, al netto dell'inflazione, del 13,4 per cento, anche per l'effetto psicologico della crisi, che ci rende tutti terrorizzati dallo spettro della povertà. E la disoccupazione? È puro horror: più che raddoppiata tra il 2007 e il primo semestre del 2014, passando dal 6,1 al 12,6 per cento.

Ad appesantire il carico fiscale sulle famiglie ha contribuito in modo determinante la tassazione locale, ingigantitasi dalla metà degli anni Novanta a oggi del 190 per cento. «Un aumento - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni Novanta. L'introduzione di alcune tasse locali - come l'Isi, l'Ici, le addizionali comunali e regionali Irpef, l'Imu e la Tasi - ha fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni trasferite alle autonomie locali». Sul piano fiscale la situazione nel 2014 sembra destinata a migliorare per chi beneficerà del bonus Renzi. Per tutti gli altri il disastro della (re)introduzione della Tasi sulla prima casa.

Come recita il corollario alla seconda legge di Chisholm, «quando non può andar peggio di così, lo farà».

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